sabato 12 febbraio 2011

(RI)SCOPIRE UN'AZIENDA STORICA

Dopo alcuni mesi che definirei "sabbatici", riprendo il colloquio con chi segue questo blog.
In questo periodo ho assaggiato, discusso, viaggiato un poco, meditato, preparato iniziativhe che stanno realizzandosi e delle quali scriverò.
Inizio questo nuovo anno, anche se purtroppo siamo già a febbraio, raccontando di una visita fatta qualche giorno fa all'Azienda Bertani.
Si è trattato di una riscoperta, poiché erano anni che per pigrizia - so benissimo che è un alibi debolissimo - non mi accostavo ai suoi vini. Ammettiamolo, siamo un poco snob, trascuriamo i grandi produttori, grandi almeno per il numero di bottiglie, convinti, chissà perché, che non valga la pena di perdere tempo con loro.
Ho dovuto, con piacere, ricredermi e qui faccio pubblica ammenda.
Quest'anno ricorre il 154esimo anno dalla fondazione dell'Azienda, qualcuno di più dell'unità d'Italia.
E Bertani ha deciso di festeggiare l'anniversario aprendo le porte e offrendo la possibilità di degustare i propri vini.
Appena superi il cancello, sei colpito dalla vastità del luogo, che tuttavia trasmette calma e rassicura, così arioso e con una vista che spazia sulle colline prospicenti.
Poi, t'immergi nel dedalo - e non è solo un modo di dire - delle cantine e degli spazi di lavoro: ordine e pulizia esemplari, personale affabile pronto a soddisfare ogni curiosità, ovunque un profumo di vino e di legni di qualità.
Sei obbligato a passare per un corridoio che definire impressionante è poco: sono qui conservate migliaia di bottiglie di Amarone da prima della Seconda Guerra!

Poi, in angolo appartato e guardato a vista, circa 7.000 (settemila!) bottiglie di Acinatico 1928,  nato da un appassimento di uve della Valpantena! Dicono che s'è straordinariamente conservato; sono aperte solo in occasioni particolari.....: un vino che viene da lontano, in tutti i sensi.
Ho potuto degustare:

Sereole Soave Doc 2009Il colore lievemente dorato testimonia la raccolta di uve ben mature, che hanno sviluppato notevole quantità di carotenoidi; al naso colpiscono i fiori gialli e la pesca matura; il corpo è notevole, accompagnato da una buona mineralità e da una freschezza esemplare; la chiusura marognola lascia buoni ricordi. Voto:  82/100

Sereole Soave Doc 2006
Oro nel bicchiere; la fruta tropicale esce prepotente, soprattutto l'ananas; complesso alla bocca, avvolgente, grasso, freschissimo, appena tannico e minerale; beverino grazie all'alcol evoluto ed alla finezza generale. Voto:  90/100

Amarone della Valpolicella Classico Doc 2003
Il colore sta leggermente cedendo; i profumi sono delicati e limitati, soprattutto fiori e frutta freschi; all'assaggio si presenta un poco disequilibrato a causa dell'alcol e dei tannini non ancora evoluti; la bottiglia non ha dato particolari emozioni. Voto:  79/100

Amarone della Valpolicella Classico Doc 1981
Alle sfumature aranciate dell'unghi si contrappone il centro del bicchiere inaspettatamente fitto e concentrato; profumi sottili ed eleganti, quasi austeri, con note di cacao e frutta matura al punto giusto; stupiscono la freschezza e la morbidezza, così come sorprende la poca terziarizzazione; le ottime caratteristiche di gioventù in un vino di 30 anni lasciano sconcertati, ed affascinati. Voto:  92/100

Recioto Secco Amarone Doc 1967
E' questa la vecchia definizione, prima del disciplinare.
Il colore manifesta ancora momenti di vivacità, che sfumano nel'unghi aranciata; al naso ricorda un distillato con tracce di frutta; ma è in bocca che le sensazioni ti sopraffanno; è fresco, sottilmente elegante; ha subito una completa evoluzione ma senza note spinte, senza accenni d'idrocarburo e d'animale; stupisce l'alcol, così evoluto e rotondo, degno di un grande distillato; frutta sotto spirito frammista a quella fresca sottolineano note di gioventù, in un vino di  43 anni! il corpo s'è mantenuto egregiamente. Vino raro, emozionante, unico, forse inimitabile. Voto:  96/100

A conclusione di quest'incontro con l'amarone, non si può che apprezzare il fatto che Bertani sia rimasta ligia alla tradizione, che non si sia fatta coinvolgere nella pessima usanza di produrre amaroni ingrassati e concentrati, corposi ma sgraziati, alcolici per mascherare difetti o insipienza, forse realizzati per accontentare un mercato drogato da scribacchini sempre affamati di novità e proni alle richieste di consumatori di bocca buona.