martedì 26 novembre 2013

UNA DOCG ANTE LITTERAM!

Riporto con piacere la notizia fornita dall'ANSA.
Trovo affascinante questa scoperta, che non fa che confermare le teorie relative all'area nella quale si cominciò a produrre vino ed a commercializzarlo, oltre a fornire alcuni spunti di riflessione.
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LA CANTINA PIU' ANTICA MAI SCOPERTA HA 3.700 ANNI, PRODUCEVA VINO DOLCE SPEZIATO


Foto Eric H. Cline, George Washington University
Conteneva 40 orci di vino bianco e rosso dolce e speziato, la cantina più antica e grande mai conservata: ha 3.700 anni ed è stata scoperta tra le rovine di una città cananea chiamata Tel Kabri, nel Nord di Israele. La scoperta si deve a un gruppo statunitense e israeliano della George Washington University, Brandeis University e università di Haifa. Il risultato è stato presentato a Baltimora, nel convegno annuale delle Scuole Americane di Ricerche Orientali.

Le giare hanno una capacità di 50 litri ognuna, in totale l'equivalente di circa 3.000 bottiglie di vino, e sono rimaste sepolte sotto una coltre di fango, mattoni e intonaco a causa del crollo della cantina, probabilmente per un terremoto. 
La cantina si trovava nei pressi di una sala per banchetti destinati all'élite di Tel Kabri e agli ospiti stranieri illustri. ''E' una scoperta straordinaria: è una cantina che, a nostra conoscenza non ha eguali per età e dimensioni'' osserva Eric Cline, della George Washington University.

Ad attirare l'attenzione dei ricercatori è stata una giara emersa dagli scavi nell'antico palazzo governativo della città, risalente al 1.700 avanti Cristo. 
Dopo la prima giara, racconta Cline, sono emersi 10 e poi 15, fino a 40 vasi contenuti in un ambiente grande circa 34 metri quadrati.

Analizzando i frammenti dei vasi e i residui organici sono state rilevate tracce di acido tartarico e siringico, entrambi componenti chiave nel vino, nonché resti di miele, menta, cannella, bacche di ginepro e resine, tutti ingredienti che nell'antichità si aggiungevano al vino. La ricetta è simile a vini medicinali usati nell'antico Egitto per 2.000 anni.
Ogni vaso conteneva le stesse proporzioni di ciascun composto segno, che la ricetta di questo vino è stata seguita rigorosamente in ogni vaso.
© Copyright ANSA
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Si direbbe che dall'analisi dei residui tutte le giare contenessero un vino prodotto secondo una ricetta rigidamente seguita, oggi si direbbe disciplinare: sorprendente, o no?

martedì 22 ottobre 2013

ENGLISH SPARKLING WINES

Per gentile concessione Consorzio Franciacorta
Si prenda un Consorzio che raggruppa ottimi e famosi, se non blasonati, produttori di bollicine, il Presidente del quale odia questo termine; si ospiti un "guru" delle suddette bollicine che parla solo la sua lingua, l'inglese; si pongano in degustazione dieci bottiglie importate dal Regno Unito; si mescoli il tutto, aggiungendo circa cento persone e si avrà l'evento "Franciacorta ospita Tom Stevenson e i migliori English Sparkling Wines", tenutosi il 15 ottobre scorso nella stupenda cornice del Relais Mirabella .

Esperienza interessante, arricchita dallo scambio d'idee e impressioni con Daniela Guiducci e Mario Falcetti, enologo eccelso, "papà" di Quadra. 
A fronte di un assaggio di qualche mese fa, mi sento d'affermare che ci sia di meglio nel panorama inglese e che la scelta poteva essere più felice. Avrei usato un altro termine, ma l'educazione me lo impedisce... Così va il mondo, anzi, scivola.
In generale, i vini avevano acidità talvolta devastanti accompagnate da corpi esili e profumi spesso latenti. Di seguito le sintetiche note, scarne forse, ma essenziali.
1.
Nyetimber 2009-Classic Cuvée
Acidità 7,8 - Malolattica sì - Legno no - Zucchero 9 gr/l
33% Chardonnay, 26% Pinot Noir, 19% Meunier
Sboccatura aprile 2013
Profumi netti, non molto fruttatii. Acidità non eccessiva, marcata presenza in bocca dei lieviti, la lqueur ha in parte moderato l'acidità.
2.
Nyetimber 2009 Tillington Single Vineyard
Acidità 8,2 - Malolattica sì - Legno no - Zucchero 10 gr/l
21% Chardonnay, 79% Pinot Noir
Sboccatura maggio 2013
Anidride carbonica esuberante, poco corpo, accettabile acidità, belle sensazioni fruttate e citrine.
3.
Plumpton NV The Dean Brut
Acidità 8,2 - Malolattica si - Zucchero 10 gr/l
33% Chardonnay, 54% Pinot Noir, 13% Meunier
Sboccatura luglio 2013
Acidità ed acidità, bollicine esuberanti; Magro con profumi limitati anche se gradevoli; meglio al naso che alla bocca.
4.
Camel Valley 2011 Pinot Noir Rosé
Acidità 6,5 - Malolattica sì - Zucchero 10 gr/l
100% Pinot Noir
Sboccatura luglio 2013
Ha colore entusiasmante, brillante e lucido. Elegante al naso con nette citazioni di frutti, anche rossi, appena speziato, piacevolmente vinoso. Di medio corpo, offre un buon finale, quasi morbido con acidità controllata e piacevole.
Il migliore della batteria.
5.
Ridgeview 2009 Victoria Rosé
Acidità 7,2 - Malolattica sì - Zucchero 10 gr/l
37% Pinot Noir, 63% Chardonnay
Sboccatura dicembre 2012
Non molto pulito al naso, caramelloso e stucchevole per il residuo zuccherino, senz'anima.
6.
Herbert Hall 2010
Acidità 6,8 - Malolattica sì - Legno 20% - Zucchero 12 gr/l
40% Chardonnay, 30% Pinot Noir, 30% Meunier
Sboccatura aprile 2013
Acidità eccessiva anche se gradevole al gusto; Pochi profumi e poco corpo.
7.
Henners 2009 Vintage 
Acidità 8,7 - Malolattica sì - Legno 5% - Zucchero 10 gr/l
34% Chardonnay, 33% Pinot Noir, 33% Meunier
Sboccatura maggio 2013
Equilibrato, elegante, abbastanza fine; lieviti presenti ma piacevoli, corpo medio, gradevole nel complesso.
8.
Hambledon 2010 Mill Down
Acidità 6,9 - Malolattica sì - Legno no - Zucchero 10 gr/l
Sboccatura febbraio 2013
Netti e gradevoli sentori di pera williams matura, appena ossidata; abbastanza ricco e fruttato, sapido e scorrevole.
Tra i migliori della batteria
9.
Hambledon NV Première Cuvée
Acidità 8,5 - Malolattica sì - Legno 10% - Zucchero 8,5 gr/l
Sboccatura luglio 2013
Profumi di pera ossidata sia la naso sia alla bocca, abbastanza complesso, equilibrata l'acidità, corpo esile ma presente.
Tra i migliori della batteria
10.
Hattingley 2010 Kings Cuvée
Acidità 8,1 - Malolattica sì - Legno 100% - Zucchero 10 gr/l
Sboccatura luglio 2013
Nettamente percepibile la piccola botte, che non disturba più di tanto; rappresenta uno stile un poco "vecchio" del metodo classico, è abbastanza complesso, può avere interessanti sviluppi in futuro.
Tra i migliori della batteria

In conclusione, non rimane che suggerire ai produttori inglesi di fare tesoro dell'esperienza secolare dei Francesi ed applicare l'uso dei vini di riserva per "correggere" il vino finale. Sembra che ciò non sia ancora possibile perché si sono dedicati a questa produzione da poco tempo...
Fiduciosi, aspettiamo e continuiamo a bere qualcosa d'altro, pur riconoscendo le loro buone intenzioni ed i progressi fatti.
So che la frase sarà criticata a parole, ma condivisa nell'intimo: certe cose perché non s'ha coraggio d'esprimere?

domenica 20 ottobre 2013

VIAGGIO NELLA CHAMPAGNE - 2003 - 2008

Risulta sempre interessante fare un viaggio attraverso il tempo assaggiando annate differenti, magari dedicandosi solo alle chicche della Champagne, vale a dire piccoli produttori, talvolta di nicchia.
Viaggio iniziato, e purtroppo concluso, in quel di Parma, presso l'Enoteca Cavalli.
Solo per i fuoriclasse ho ritenuto esprimere una valutazione.

Millesimo 2008
Sebbene sia un'annata da poco posta in commercio, si direbbe che sia di grande qualità, con notevoli possibilità di sviluppi futuri.

Laherte Freres, Champagne Vignes d'Autrefois Extra Brut 2008, 100% Meunier - Vallée de la Marne
Dosaggio 6 gr/l.
Da vigne piantate tra il 1947 ed il 1964, mostra spavaldo tutta la potenza del Meunier, così selvatico e dall'acidità pungente, quasi tagliente; persistenza lunghissima; affascinante, per coloro che non amano le mezze misure. Voto:90/100
Lancelot-Pienne, Champagne Grand Cru Blanc de Blancs Cuvée Marie Lancelot Brut 2008 - Cote des Blancs.
Dosaggio 7 gr/l.
Non del tutto espresso, nonostante la posizione privilegiata dei vigneti: ha poco carattere, in bocca sembra impastato, quasi appiccicoso.
Marie Noelle Ledru, Champagne Grand Cru Blanc de Noirs  Cuvée du Goulté Brut 2008, 100% Pinot Noir - Montagne de Reims
Dosaggio 8 gr/l
Potente ed equilibrato, tagliente, già ottimo ma con un futuro da urlo. Ancora una volta la Signora del Pinot Noir si conferma come un punto di riferimento per chi cerca l'eccellenza nello Champagne.

Millesimo 2007
Annata abbastanza calda e precoce, ha offerto vini pronti e di facile comprensione, non adatti a lungo affinamento.

Lamiable, Champagne Grand Cru Cuvée Les Meslaines Brut 2007, 100% Pinot Noir - Vallée de la Marne
Dosaggio 9 gr/l
Les Meslaines è una piccola vigna a Pinot Noir di circa 40 anni, che genera vini fragranti e tesi. Questo millesimato è pronto, ababstanza rotondo, equilibrato, con gradevoli note legnose.
Sadi Malot, Champagne Premier Cru Blanc de Blancs Brut 2007, 100% Chardonnay - Montagne de Reims
Dosaggio 7 gr/l
Prodotto solo in annate di pregio, non subisce la reazione malolattica. Fine e setoso, coesistono il miele ed il limone, abbastanza elegante. Piacione
Savart, Champagne Premier Cru Calliope Extra Brut 2007 - Montagne de Reims
Dosaggio 5 gr/l
Maturato in botte sui lieviti fini, malolattica bloccata, non filtrato. I sentori di legno risultano invadenti e rendono non particolarmente interessante il prodotto.

Millesimo 2006
Annata ottima, ha offerto vini armoniosi ed equilibrati, decisamente classici, capaci di durare a lungo.

J.L. Vergnon, Champagne Blanc de Blancs Grand Cru Expression Extra brut 2006, 100% Chardonnay - Cote des Blancs, Le-Mesnil-sur-Oger
Dosaggio 3 gr/l
Complesso con raro equilibrio, appena tannico; buon corpo lento ad esprimersi, bella acidità, lascia la bocca secca e pulita. Il basso dosaggio esalta le caratteristiche taglienti dovute anche al terreno gessoso.
J. Coessens, Champagne Largillier Brut 2006, 100% Pinot Noir - Cote des Bar
Dosaggio 5 gr/l
Ottimo al naso con citazioni di frutta cotta, cacao e note tostate, delude un poco all'assaggio; il legno è stato sapientemente usato e rende il tutto accattivante, anche se non entusiasmante.
Louis Brochet, Champagne Premier Cru Extra Brut 2006, 30% Pinot Noir, 30% Meunier, 40% Chardonnay - Montagne de Reims
Dosaggio 4 gr/l
Il legno usato con maestria si sposa alla raffinata eleganza ed al raro equilibrio tra le differenti componenti; spettacolare uso dei vini di riserva per uno Champagne sontuoso, eccezionale, classico e rassicurante. Voto: 93/100

Millesimo 2005
Vendemmia problematica e non molto considerata, ha tuttavia dato vini tesi ed austeri, da lungo affinamento.

Jaques Copinet, Champagne Blanc des Blancs Cuvée Mare Etienne Brut 2005, 100% Chardonnay  - Sezannais
Dosaggio 7 gr/l
Tendenzialmente sottile, quasi magro, è fruttato, con qualche incongruenza naso-bocca; citrino con note caramellose al limite della stucchevolezza.
José Michel, Champagne Grand Vintage Brut 2005, 60% Chardonnay, 40% Meunier - Vallée de la Marne
Dosaggio 8 gr/l
Ottenuto da vigne vecchie dai 50 ai 90 anni, è un vino appena troppo mielato e forse troppo dosato, poiché riempie ma non soddisfa del tutto.
Bereche et Fils, Champagne Premier Cru  Instant-Le Cran, Extra Brut 2005, 55% Chardonnay, 45% Pinot Noir, 5% Meunier - Montagne de Reims
Dosaggio 2,5 gr/l
Fermentato in fusti di legno, malolattica non svolta, 8 mesi di riposo sui lieviti, non filtrato, chiuso con tappi di sughero durante la presa di spuma ed i successivi 60 mesi sulle pupitre, sboccato a mano nel marzo 2012: una carta d'identità di tutto rispetto per un vino di rara fattura. Emozionante, equilibrato in sommo grado, tutto s'è fuso alla perfezione, è perfetto, quasi imbarazzante, non per tutti. Voto: 95/100

Millesimo 2004
Annata fine e molto equilibrata, particolarmente favorevole allo Chardonnay.

Hubert Paulet, Champagne Grand Cru 2004, 40 Chardonnay, 40% Pinot Noir, 20% Meunier - Montagne de Reims
Dosaggio 6,5 gr/l
Abbastanza elegante, citrino un po' spinto, medio-classico prodotto.
J.Charpentier, Champagne Millésime Brut 2004, 30% Chardonnay, 35% Meunier, 35% Pinot Noir - Vallée de la Marne
Dosaggio 6 gr/l
Fruttato, fresco, affinato il giusto, è ottimo vino, di facile beva perché classico ma con una punta in più. Voto: 88/100
Vincent Couche, Champagne Brut 2004, 50% Chardonnay. 50% Pinot Noir - Cote de Bars
Dosaggio 7 gr/l
Complessità ed armonia deludenti, tante cose ma non fuse tra loro

Millesimo 2003
Annata problematica per le condizioni climatiche, le vendemmie sono state precoci; poca acidità con conseguenti problemi di gestione degli zuccheri. Poche eccellenze ed altrettanti pochi produttori che hanno presentato il millesimato.

Jean Vesselle, Champagne grand Cru Prestige 2003, 70% Pinot Noir, 30% Chardonnay - Montagne de Reims
Dosaggio 7gr/l
Molto fine, il Pinot Noir si fa sentire ed esce con piacevolezza; nonostante l'annata, uno Champagne di qualità superiore. Voto 89/100

venerdì 11 ottobre 2013

MISS VINO !?

Stavo per scrivere alcune note sulla Giornata Champagne di lunedì 7 ottobre quando m'è giunta una segnalazione che mi ha lasciato, per così dire, basito: qualcuno sta organizzando, udite udite!, MISS VINO.
Sono corso a consultare il link suggerito e sono rimasto senza parole.
Le affermazioni che dovrebbero convincere ad organizzare la selezione ed invogliare a candidarsi sono un'accozzaglia di luoghi comuni che si credeva ormai archiviati.
In più, può generare sgomento soffermarsi sulle immagini: a parte quella d'apertura,


davvero inquietante con quegli svolazzi di vino rosso che ricordano pennellate liberamente ispirate a Schifano, vale la pena citare questa,
ritagliata dalla foto delle partecipanti a Miss Turchia 2013!
Poi, se si ha tempo e la curiosità ha il sopravvento, si può leggere il regolamento, che, dopo restrittive limitazioni, pone come ultima condizione  "I partecipanti saranno valutati , soprattutto per la conoscenza nel settore Vino" (art 11). Sorvolando sul non uso della desinenza femminile, visto che si tratta di miss che devono "Essere di sesso femminile sin dalla nascita" (art. 3), non si può non sottolineare che questa richiesta sia l'Ultima!
A riprova, si vedano le foto del backstage 2013, per comprendere la vera natura del concorso.
Il tutto alla faccia di chi spende una vita a sudare in vigna ed in cantina, a parlare e scrivere di vino, a diffondere il desiderio della qualità, eccetera eccetera.
Non credo che sia un atteggiamento bacchettone stigmatizzare quest'iniziativa, bensì sia un invito a smettere di dare al vino significati e valenze che non ha e non deve avere.
E come diceva Renzo Arbore tanti anni fa "meditate gente, meditate!"



sabato 29 giugno 2013

SPENDERE 168.000 $ PER UN CABERNET 2004?

Sì, lo so che la domanda è in bilico tra il provocatorio, il futile e l'imbecille, ma riesce difficile, se non impossibile, non porsela.


Penfolds, famoso oltre che storico produttore australiano, ha prodotto 12 (dodici) Ampoule di Kalimna Block 42 vendemmia 2004, da vigne piantate nel 1884 in Barossa Valley, in vendita a 168.000 Usd.
Dovìè il trucco?
Presto detto: il, anzi i contenitori, perché una bottiglia della stessa annata, eccezionale per l'Australia, è valutata 49 Usd.
Un'ampolla di vetro al borosilicato, sigillata a fuoco come una fiala farmaceutica, è posta all'interno di una scultura in vetro dalle sfumature grigie, di forma conica, separabile in due pezzi, che ricorda il peso del filo a piombo
La scultura è appesa con un filo ad un contenitore di legno proveniente da una varietà autoctona australiana (jarrah), finemente rifinito ed impreziosito da inserti di rodio (il metallo più costoso che ci sia) e tinto con aceto di vino, per acquistare un austero colore bordeaux.
Per evitare che il tutto si muova, la punta del cono vitreo è incastrata in un tastevin capovolto, realizzato, noblesse oblige, in oro e argento.
Il mobile contiene altri oggetti essenziali: il certificato d'autenticità, le istruzioni per l'apertura, una targa commemorativa, una pubblicazione che illustra il progetto-prodotto, un oggetto per aprire l'ampolla contenente il vino; quest'ultimo, realizzato in tungsteno e lega d'argento, è simile ad un trincia sigari.
Quando il proprietario dell'ingombrante manufatto decide di bere il contenuto, informa Penfolds, che invia, ovunque nel mondo, un proprio incaricato; non si sa chi paga la trasferta.

Costui separa il cono in due, estrae l'ampolla di Cabernet, con il trincia punta stacca il peduncolo di chiusura, versa il vino in un decanter ( non fornito e questa è una vera e propria piccineria da parte di Penfolds ) utilizzando il tastevin munito di filtro ( non si sa mai che qualche scheggia di vetro sia entrata nell'ampolla al momento dell'apertura ).
Poi, si beve usando bicchieri adeguati, tenendo conto che ogni bicchiere vale circa 20.000 Usd, come dire 3.000 Usd a sorso.
Peter Gago, capo enologo di Penfolds, sostiene che questa fiala sia una vera e propria capsula del tempo.
Un esemplare fa parte del museo Penfolds, 10 sono già stati venduti, uno è, sembra, ancora disponibile.
Se interessati, telefonate a Peter Gago, +61 4 407 058 862.
Qui e qui interessanti informazioni sull'oggetto in questione, qui un grazioso video. Nella stessa pagina è possibile vedere altre proposte di anni passati.
Tra parentesi, si tratta di un ottimo Cabernet Sauvignon, pluripremiato, ricco, profumato, eccetera.....
M'è venuta sete, andrò a stappare un Cabernet italiano dal costo spropositato di 28 Eu.........

giovedì 27 giugno 2013

BOLLICINE DI FRANCIACORTA

Foto Fabio Cattabiani per Consorzio Franciacorta
Ho avuto l'opportunità di partecipare di nuovo alle commissioni che selezionano i Franciacorta per una guida ai vini.
Mi piace riportare alcune considerazioni, condivise dagli altri degustatori.
Sono state aperte circa 300 bottiglie  in forma del tutto anonima delle tipologie Brut, Riserva, Millesimato, Satèn, Rosato.
Si direbbe che i Brut, anche nella versione Riserva, abbiano subìto una lieve perdita di finezza e non abbiano le qualità alle quali ci avevano abituati; un diffuso eccesso d'acidità citrina ha accompagnato strutture non entusiasmanti, spesso rese precarie da presenze imbarazzanti di anidride carbonica.
In tutta sincerità, risulta difficile comprendere perché non siano stati curati maggiormente, dal momento che costituiscono il biglietto da visita del Franciacorta, tenendo conto del prezzo al pubblico e della larga disponibilità nei punti di vendita, sia che si tratti di enoteche sia della GDO; ritengo che sia una scelta di mercato opinabile spingere in tal modo all'acquisto dei millesimati, che in genere sono apprezzati maggiormente dai consumatori evoluti. Millesimati che costituiscono una porzione limitata della produzione franciacortina e che spesso sono offerti a prezzi di tutto rispetto.
Il Satèn deve ancora trovare la propria identità: ogni produttore lo interpreta a modo suo - e ciò è non solo un bene ma è anche auspicabile - ma manca un'immagine d'insieme che lo caratterizzi, che confermi i motivi della sua nascita anni fa, che, in definitiva, rassicuri il pubblico. Spiace dover ricordare con nostalgia i blanc des blancs di un tempo, così croccanti e delicati, sottili ed appaganti.
Diascorso analogo può essere fatto per la tipologia rosato, ove la presenza del Pinot Nero è stato arduo individuare, sia per certi colori improbabili sia per le sensazioni organolettiche.
In conclusione, si può affermare che le delusioni sono state più numerose dei momenti di puro entusiasmo,  appannaggio di poche Aziende
che si sono confermate nel tempo costanti e di alto livello.
Però, tutto ciò non deve far disperare, perché certamente la Franciacorta saprà ritornare agli antichi fasti, magari tenendo in maggior considerazione il ruolo guida che si è data.

lunedì 20 maggio 2013

7 SAUTERNES

Entusiasmante, oltre che istruttiva, una serata di degustazione che ho guidato a Bologna: sette Sauternes di annate e produttori differenti assaggiati insieme a 120 persone.
In sequenza:

  • Château Rayne Vigneau 1er Grand Cru Classé 2007
  • Château Doisy Daëne (Barsac) 2006
  • Château Coutet (Barsac) 1er Grand Cru Classé 2003
  • Château De Malle 1996
  • Château D'Yquem Premier Cru Supérieur 1996
  • Château Rieussec 1er Grand Cru Classé 1996
  • Château Lafaurie Peyraguey 1er Grand Cru Classé 1987
Tutti d'alta classe, hanno fornito una panoramica abbastanza esaustiva della tipologia e delle sottili differenze dovute sia all'età sia ai terreni di provenienza.  Senza alcun dubbio alcuni erano ancora troppo giovani, ma hanno in ogni modo affascinato, come lo Château Rayne Vigneau 2007 e lo
Château Doisy Daëne 2006, nei quali la freschezza agrumata non era stata ancora affievolita ed arrotondata dal passare del tempo.
Château Coutet 2003 ha testimoniato le difficili condizioni climatiche dell'annata, che però sono state gestite con maestria, limitando le sensazioni "marmellatose" e salvaguardando le ancora percepibili note di gioventù.
Château De Malle 1996 è stato l'inizio del viaggio emozionale: pieno, grasso, burroso, profumato, equilibrato  in tutte le sue componenti, con quella nota di botrytis misurata che si ha solo nei grandi Sauternes.
Confrontare Château D'Yquem 1996 con Château Rieussec 1996 è stato interessante ed ha provocato un gradevole dibattito: Wine Spectator ha definito Rieussec come "miglior vino del mondo 1996", ma la stragrande maggioranza dei convenuti non è stata d'accordo, preferendo di gran lunga Yquem. Sono certo che non si sia trattato di una sorta di timore reverenziale, ma semplicemente di un'analisi approfondita e consapevole; la completezza e raffinatezza d'Yquem sono state schiaccianti.
Il finale con Château Lafaurie Peyraguey 1987 è stato il giusto coronamento di una sequenza che rimarrà nella memoria dei partecipanti.











domenica 12 maggio 2013

DUE ASSAGGI CON I FIOCCHI

Jean Vesselle, a Bouzy, Marne
    Oeil de Perdrix, Brut
Ritrovare un vecchio e cario amico: è questo lo stato d'animo quando s'apre una bottiglia d'un vino che s'è assaggiato tempo fa, del quale si sente la nostalgia, per continuare un discorso rimasto in sospeso.
Personalmente adoro gli Champagne rosati ottenuti da solo Pinot Noir, perché possiedono caratteristiche uniche che solo questo vitigno può generare.
Intanto il colore, rosa fragola, è entusiasmante, così brillante e vivo, pare che il liquido guizzi nel bicchiere e desideri uscirne. Poi lo accosti al naso e senti ondate di frutta di bosco e di fragoline selvatiche, seguite da una leggera spezia appena pungente; a seguire si manifesta dirompente la vinosità, che con eleganza ti prepara all'assaggio e ti fa pregustare sensazioni gradevoli. E così è. Freschissimo, brioso, esuberante e giovane, saporoso e sapido, con note amarognole ed agrumate perfettamente in equilibrio; la bocca rimane in bilico tra l'essere asciutta ed uniformemente spalmata di burro aromatizzato.
L'anidride carbonica è equilibrata, veicola con piacevolezza gli aromi e induce al sorriso, perché non si può che sorridere di piacere e di gioia per un amico ritrovato

I Clivi di Ferdinando Zanusso
    Clivi Galea 2004, Colli Orientali del Friuli Doc
Dall'omonima vigna vecchia di 40 anni ed oltre, un Tocai di tutto rispetto, dalla vita lunga e serena.
Vinificato solo in acciaio, riposa per almeno due anni sulle fecce ed il resto in bottiglia: questo ha sulle spalle più di sei anni d'affinamento.
Senza ombra di dubbio si può affermare che questa magnum racchiudeva la quintessenza del Tocai: il vino entra in bocca con violenza e potenza, si sviluppa sontuosamente e prende possesso di tutti i sensi. Alcol rotondo e morbido, pastoso sulla lingua, profumato d'anice stellata e di finocchietto selvatico, carico di frutta tropicale e di mandorla fresca; quest'ultima permane a lungo e si sposa con piacere all'acidità che ricorda gli agrumi canditi.

venerdì 10 maggio 2013

SORGENTE DEL VINO LIVE 2013

Il cambio della sede non ha nuociuto a questa manifestazione, anzi, ha aggiunto qualche briscola.
L'ambientazione è rimasta per così dire guerresca, da un castello, quello di Agazzano, alla struttura difensiva cittadina di Porta Borghetto a Piacenza, assai gradevole, dura ed austera, contrapposta a quella un poco romantica, con quel passaggio coperto in cima alle mura scandito da esili colonne.


In conclusione, chi ha guadagnato sono stati i visitatori.
Unico appunto, di una certa importanza, l'incomprensibile logica della distribuzione delle postazioni; non sarebbe stato più semplice ordinarle per regione o alfabeticamente? Mah!
Veniamo agli assaggi che hanno più entusiasmato e/o impressionato, nel bene e nel male.

Cà del Vent, Lombardia, Franciacorta.
Piccola e giovane Azienda, i suoi creatori traboccano d'entusiasmo e di spirito di ricerca. Hanno abbracciato la filosofia steineriana e stanno percorrendo una strada che certamente li porterà lontano e regalerà grandi soddisfazioni.
    Pas Operé 2009 è un Franciacorta Brut con appena l'11% di Pinot Nero
    Blanc de blanc Pas Operé 2009 Brut.
Su 18 vinificazioni separate, che riposano in barrique per 8 mesi sui propri lieviti, sono scelte le basi che saranno assemblate. La lenta presa di spuma è seguita dall'affinamento per almeno 32.
Sono vini con spiccate doti di mineralità, assolutamente secchi,di rara eleganza, profumati; Il Blanc de blanc conserva con sapienza le note leggere dello Chardonnay, senza strafare.
Assai interessante il sito della cantina, che si dilunga in dotte dissertazioni sulla filosofia applicata.

Selvadolce, Liguria, Bordighera
   VB1, Vermentino 2011
8 mesi d'affinamento sulle fecce in piccole botti conferiscono una profondità di aromi davvero ragguardevole, ulteriormente perfezionata dalla permanenza in bottiglia; un vermentino dal corpo quasi austero con alcolicità misurata ma al tempo stesso di rilievo; ottima espressione del vitigno, soddisfa e rimanda ai terrazamenti liguri.

Fattoria San Lorenzo, Marche, Montecarotto
   San Lorenzo Rosso 2001
Profondo, vellutato, suadente con una sottile ed appena percettibile nota vegetale che ricorda lo Syrah. Un vino sorprendente e longevo, che testimonia le grosse potenzialità della terra marchigiana.

Barraco, Sicilia, Marsala
   Bianco Secco Igt Sicilia 2011
Assaggiare uno Zibibbo completamente secco riserva alcune sorprese, se non altro perché ci si aspetta la ben nota quantità di zucchero residuo. Questo è quasi tagliente, ma la prima sensazione d'aggressività si stempera nella ricchezza degli aromi, quasi sospesi in bocca, si direbbero riluttanti a farsi identificare. Poi riesci ad isolarli e ad apprezzarli: un tripudio di essenze tropicali, di frutta matura e di mineralità appena accennata; stupisce il fondo appena amarognolo, ben fuso con il tutto.

Tenuta di Valgiano, Toscana, Valgiano
   Palistorti di Valgiano 2011 Bianco, Toscana Igt
Quattro sono le uve che concorrono; Vermentino 50%, Malvasia e Trebbiano 25%, Sauvignon e Chardonnay 25%. Di primo acchito, quando t'informano dell'uvaggio, rimani un po' perplesso; abbiamo investito tempo e discusso a lungo sul fatto che il massimo lo diano i vini monovitigno, genuina espressione del tanto bistrattato terroir: ed ora devi affrontare un assemblaggio! parti prevenuto, ti senti come un felino pronto allo scatto, ad affondare gli artigli nel povero produttore che t'offre il bicchiere.
Assaggi e rimani colpito dalla perfetta pulizia, dall'equilibrio e dai sottili profumi tipici del vermentino; l'insieme è rotondo e beverino, equilibrato e deliziosamente acidulo, con la componente alcolica corretta.

Poggio al Gello, Toscana, Civitella-Paganico
   Pugnitello del Piaggione 2007, Toscana Igt
Alda e Giorgio
L'Italia è veramente lo scrigno dei vitigni antichi o autoctoni o storici, che dir si voglia. Sulle colline a nord di Grosseto è stata salvata dall'oblio un'uva dal grappolo piccolo e serrato, il Pugnitello appunto, probabilmente usata da sempre senza sapere cosa fosse, in uvaggi contadini.
Ebbene, è stata una gradevole scoperta e sorpresa, soprattutto tenendo conto che si tratta di un vino del 2007. Rosso carico e brillante, profumato di rosa canina e speziayto, in bocca s'allarga e la riempie; gradevoli la nota acida, la tannicità e la misurata opulenza, che diventa suadente; il pepe nero si fa sentire, così come i frutti rossi maturi ed un che di fumo.

Tenuta Vitereta, Toscana, Laterina
   Trebbiano di Toscana Igt 2011
Dalla Val di Chiana un Trebbiano frutto dell'assemblaggio di uve in parte appassite ed in parte fresche. L'uso della piccola botte è assai oculato, quasi impercettibile; il colore appena dorato si sposa alla rotondità dei sapori, tra i quali riconosci la frutta secca ed una sottile nota vegetale; fresco, di buon corpo, quasi impegnativo.

Menti Giovanni, Veneto, Gambellara
   Garganega sui lieviti 2012
Molto interessante e beverino questo vino ottenuto aggiungendo mosto di Recioto di Gambellare per innescare una seconda fermentazione in vasca. Il colore evanescente si sposa ai sentori fruttati e mandorlati, con una piacevole e rinfrescante nota vegetale.

   Omomorto - Lessini Durello DOC Spumante Brut
100% Durella, subisce la seguente lavorazione: le uve non diraspate sono pressate e fatte fermentare in vasca e lasciate riposare sulle fecce fini per almeno un anno; successivamente, s'applica il metodo Martinotti e si procede all'imbottigliamento. S'ottiene così uno spumante fragrante ed elegante, minerale per i suoli vulcanici sui quali crescono le viti, acidulo e abbastanza profumato, assai gradevole.

lunedì 6 maggio 2013

EBBENE SI', SI TRATTA DI PUBBLICITA'

So per certo che chi segue questo blog ha doti di tolleranza e sentimenti di benevolenza nei miei confronti. Ora li metto a dura prova, poiché reitero una comunicazione appena fatta: il mio piccolo e-book "Il vino giusto" è ora disponibile anche in formato epub, leggibile cioè da tutti i dispositivi che non siano i Kindle di Amazon.
Si può seguire questo link, piuttosto che collegarsi ad una delle numerose librerie on-line.
Non è una gran notizia, ne convengo, ma forse può interessare....
A parte l'ironia, aspetto giudizi e considerazioni.


sabato 27 aprile 2013

UNA GUIDA PER GLI ACCOSTAMENTI

Ho appena reso disponibile in formato elettronico il libro che ho scritto qualche anno fa e che è andato esaurito nella sua forma cartacea.
Si tratta de "Il Vino Giusto", disponibile su Amazon per i lettori Kindle.

A breve sarà disponibile anche nel formato Epub, per tutti gli altri ereader.

E' possibile acquistarlo a questo indirizzo:
http://www.amazon.it/Il-vino-giusto-ebook/dp/B00CFKPVU2


Valido strumento per facilitare gli accostamenti vino-cibo, il libro elenca 725 vini italiani e 340 possibili preparazioni, per un totale di più di 2800 combinazioni.
Di ogni vino è riportata una sintetica scheda organolettica per fornire ulteriori informazioni.
Per ogni vino sono proposti quattro accostamenti, dei quali uno ideale.
La scelta è dettata dall'analisi delle componenti del piatto e delle caratteristiche organolettiche e chimiche del vino, senza per altro esprimere giudizi inappellabili, poiché i gusti sono squisitamente personali e come tali devono essere rispettati.
I suggerimenti forniscono utili indicazioni per evitare errori grossolani, che potrebbero limitare i piaceri della tavola.

Ogni commento sarà il benvenuto, anche perché permetterà il possibile aggiornamento futuro.
Buona lettura!