giovedì 28 ottobre 2010

"METODO TOSCANO"? NO, GRAZIE

Dopo un paio di mesi oserei definire "blog-sabbatici", ritorniamo a proporre gli appunti di viaggio nel mondo dei sensi e del vino.
Il materiale accumulato necessita d'un po' di tempo per essere convenientemente smaltito, ma ce la faremo.
Per iniziare, riporto una notizia casualmente trovata in internet.
Sul periodico on-line "La Ghigliottina" Elena Pravato comunica un nuovo "metodo toscano" per produrre vino con le bollicine; per coloro che non desiderano collegarsi con l'originale, riporto qui il testo.

Il nuovo metodo “Spark” o “Toscano” per ottenere lo spumante verrà presentato il 25 giugno presso la Fattoria di Poggio Capponi, la prima azienda italiana ad averlo sperimentato.
In seguito alla pubblicazione di un bando della Regione Toscana per la salvaguardia delle uve a bacca bianca, a rischio di sostituzione con vitigni d’uve a bacche rosse che hanno reso celebre la terra etrusca, Osvaldo Cavalzani, contitolare dell’omonima azienda di Cadenzano, e l'enologo Fabrizio Cardini, specializzato nell’arte spumantistica hanno dato vita a quest’innovativo processo di spumantizzazione.
Si è voluto coniugare il metodo classico o champenoise, dove la rifermentazione (necessaria alla formazione delle bollicine) avviene in bottiglia, e il metodo charmat, dove la rifermentazione del vino avviene in grandi contenitori d’acciaio e successivamente imbottigliato. Protagonista del metodo “Spark” è la piccola botte in acciaio inox (di capienza 30-35 litri) denominata “champagnotta”dotata di una valvola per eseguire le due operazioni tipiche del metodo classico, ossia la sboccatura (l’eliminazione delle fecce dei lieviti esausti, in parole povere “ i residui della rifermentazione”depositatosi sul tappo )e l’immissione del “liqueur d'expedition”(o sciroppo di dosaggio, distillato di vino e zucchero che va a ricolmare la bottiglia e a stabilire la dolcezza dello spumante Brut ed Extra-brut, Dry ed Extra-dry, Abboccato o Dolce).
La champagnotta è stata realizzata dall’azienda Cavalzani Inox ......I pregi di questo metodo sono la possibilità di poter usufruire anche di zone luminose per la maturazione del prodotto grazie all’acciaio della champagnotta, la maneggevolezza della medesima, la possibilità di utilizzare direttamente il contenitore per la distribuzione alla spina, l’ottima qualità del prodotto finale anche utilizzando vitigni poco nobili.
Inoltre, secondo quanto annunciato al quotidiano la Nazione dal titolare dell’azienda fiorentina, il dott. Osvaldo Cavalzani, potrà esserci la possibilità di noleggiare le attrezzature necessarie per le aziende che vogliano intraprendere la produzione di spumante con metodo”Toscano”.
Sorvolo sul taglio parapubblicitario del pezzo (ma si sa che gli articoli cosiddetti "redazionali" hanno quella funzione) e non entro nel merito della validità tecnologica dello strumento.
Ma non posso non notare le inesattezze (la liqueur d'expedition da anni non contiene più distillati di vino, almeno per le case serie che producono bollicine), l'infelice nome (champagnotta) ed il preoccupante principio che sottende il "sistema".
Il vino italiano sta faticosamente rincorrendo gli standard dell'alta qualità, si cerca di valorizzare al massimo le espressioni del terroir, di recuperare antichi e trascurati vitigni; ci si sforza di valorizzare i millenni di cultura che il vino si porta sulle spalle rivalutando l'opera dei vignaiuoli, riconoscendo per altro alle aziende consolidate e di antica origine il ruolo svolto nel mantenere alta la qualità.
Talvolta si è dubbiosi di qualche nuovo vino, magari ottenuto con tagli od uvaggi opinabili, pronti a giudicarlo tuttavia con serenità, perché è il risultato di studi e sforzi degni di rispetto.
Ma quando ci si trova al cospetto di questi mezzucci senz'anima e gratuiti, mi sento d'affermare con veemenza: no, io non ci sto!
Meditate gente, meditate.

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