mercoledì 12 settembre 2007

PINOT NERO

La ricerca di bottiglie di pinot nero che possano reggere il confronto con quelle di Borgogna continua ...
Abbiamo assaggiato due prodotti italiani, uno dei quali ci è parso eccezionale. Eccoli.

- Pinot Nero Oxenreiter Riserva 2001, Alto Adige Doc, 13,5 %vol, produttore Steinhauserhof. Voto 94.
Il colore perfetto e meraviglioso ci ha ben predisposto: rosso rubino carico con sfumature granata ed aranciate nell'unghia, che si sciolgono nell'incolore; portato il bicchiere al naso, è stato un susseguirsi di messaggi olfattivi entusiasmanti: talco, fuliggine, mirtilli, frutta rossa di bosco, cioccolata, caffé; in bocca, si è dimostrato austero, elegante, complesso, ridondante, ricco, giustamente tannico, quasi morbido.
Un pinot nero tipico, di ottima fattura, con grandi possibilità di ulteriore affinamento, che può reggere il confronto con altri vini più blasonati e conosciuti.
Questo vino conferma le grandi possibilità dell'Alto Adoge e del suo terroir nella coltivazione e produzione del pinot nero.

- Pinot Nero L'Arturo 2003, Igt del Sebino, 13,5% vol, produttore Ronco Calino. Voto 80. L'Azienda ha sede nella villa che fu del famoso pianista Arturo Benedetti Michelangeli: il vino è un omaggio all'illustre personaggio.
La torrida estate del 2003 ha lasciato il segno, anche in questo caso; l'eccesso di fruttuosità, unito alla poco eleganza, caratterizza questo vino; è sicuramente giovane, ma ha caratteristiche tali che non fanno molto sperare in un futuro radioso; è da rimarcare la mancanza di tipicità, che, unita alla caratteristica di essere eccessivamente beverino e per così dire sfacciato, giustifica il basso voto attribuito.
Una considerazione viene spontanea: il terroir della Franciacorta favorisce la produzione di pinot nero per la spumantizzazione, ma non è l'ideale per vinificarlo in purezza.