venerdì 29 ottobre 2010

IN CANTINA DA BORGOGNO

Passare alcune ore a Barolo, presso la sede di Borgogno, è entusiasmante, oltre che istruttivo, perché permette di percepire l'evolversi dei vini e di essere partecipi delle manifestazioni della natura.
Di seguito le bottiglie degustate, se del caso con le relative valutazioni.

Dolcetto 2009
Vinificato solo in acciaio, presenta colori e profumi tipici; è vinoso, equilibrato,di medio corpo, vivace, accattivante.

Barbera d'Alba 2008
Speziato, vinoso, un poco evanescente e senza un grande corpo; la componente acida tende ad avere il sopravvento e penalizzan la parte fruttata; i sei mesi di riposo in botte grande non sembra abbiano dato i risultati sperati.

Barbera Superiore d'Alba 2008
In questo caso la permanenza in botte è di 12 mesi ed il risultato si fa sentire; i profumi sono abbastanza complessi ed evoluti, armoniosamente suddivisi tra le sensazioni di legno e di frutta. Anche in questo caso l'acidità è prevalente sulle componenti fruttate.

Barolo 2003
Giovanissimo ma già gradevole, quasi beverino; la frutta appena cotta è gradevole. Attendiamo la sua evoluzione. Voto: 87/100
 
Barolo 1998 Riserva
Speziato, netto, austero, fine, etereo, complesso, lento ad aprirsi ma poi si concede con piacere; molto gradevole la presenza del legno nobile e non invasivo.
In bocca sorprende per il corpo non all'altezza, per l'acidità appena sopra le righe; non lascia sensazioni vellutate ed i tannini non sono particolarmente entusiasmanti.
Non presenta corrispondenza tra naso e bocca e alla fine delude anche al naso, poiché tende a smontarsi, come se fosse evaporato in poco tempo; molto probabilmente non ha un grande futuro davanti a sé: Voto: 83/100
 
Barolo 1990 Liste
Ancora inespresso ed adolescente, stupisce comunque per la sua complessità ed assicura un grandissimo futuro. Voto: 94/100
 
Barolo 1989 Riserva
Ricco, assai tipico, presenta tutte le caratteristiche proprie del Barolo.
Austero, pulito, complesso, con acidità equilibrata; interessante presenza di frutta un poco dolce unita a tannini setosi, che lasciano la bocca vellutata; lento nell'esprimersi, è progressivo nel proporre le proprie virtù di equilibrio, anche se il corpo non è imponente; decisamente beverini. Voto: 94/100

Barolo 1985 Riserva
Siamo in presenza di una grande annata per tutta la zona; ricchissimo, speziato, giustamente terziarizzato, ha tutte le carte in regola per essere incluso nel numero delle grandi bottiglie.
D'altissima qualità, appagante e rassicurante, è un campionario di raffinati tessutivellutati di seta. Voto: 96/100
 
Barolo 1982 Riserva
Lento a manifestarsi, ma ineluttabile: è questa una dei meravigliosi regali del Barolo!
Possiede ancora tratti sorprendenti di gioventù, che fanno prevedere un futuro radioso. Voto: 97/100

giovedì 28 ottobre 2010

BOLLICINE ABISSALI

Spesso si usa l'aggettivo abissale con intendi dispregiativi, ma quando si riferisce ad un vino fatto maturare in fondo al mare si deve fare attenzione.
Già avevo riportato la notizia di casse di Champagne di qualche secolo fa ritrovate nel Mare del Nord, e detto per inciso delle quali non si sa più nulla, avanzando dubbi sulla potabilità del contenuto.
Scopro oggi, ammetto con colpevole ritardo, che nel 2009 un produttore ligure ha posto a 60 metri di profondità, di fronte a Portofino, delle bottiglie, affinché avvenga la presa di spuma; saranno recuperate dopo 18 mesi, sboccate e messe in commercio per il Natale 2010.
Si tratta di un assemblaggio  "variabile secondo le annate" che prevede Bianchetta Genovese, Vermentino, Pigato; la vendemmia è precoce e si prepara il vino base spumante con tecnica con l'alzata del cappello della vinaccia (?!), fermentazione a temperatura controllata" .
Qui e qui alcuni interessati riferimenti, che illustrano il progetto.
Italiani, un popolo di navigatori, pittori, artisti, inventori e ..... fantasiosi markettari, nel senso di esperti di marketing.....
PS: sembra che le 6500 bottiglie siano già state tutte vendute.

"METODO TOSCANO"? NO, GRAZIE

Dopo un paio di mesi oserei definire "blog-sabbatici", ritorniamo a proporre gli appunti di viaggio nel mondo dei sensi e del vino.
Il materiale accumulato necessita d'un po' di tempo per essere convenientemente smaltito, ma ce la faremo.
Per iniziare, riporto una notizia casualmente trovata in internet.
Sul periodico on-line "La Ghigliottina" Elena Pravato comunica un nuovo "metodo toscano" per produrre vino con le bollicine; per coloro che non desiderano collegarsi con l'originale, riporto qui il testo.

Il nuovo metodo “Spark” o “Toscano” per ottenere lo spumante verrà presentato il 25 giugno presso la Fattoria di Poggio Capponi, la prima azienda italiana ad averlo sperimentato.
In seguito alla pubblicazione di un bando della Regione Toscana per la salvaguardia delle uve a bacca bianca, a rischio di sostituzione con vitigni d’uve a bacche rosse che hanno reso celebre la terra etrusca, Osvaldo Cavalzani, contitolare dell’omonima azienda di Cadenzano, e l'enologo Fabrizio Cardini, specializzato nell’arte spumantistica hanno dato vita a quest’innovativo processo di spumantizzazione.
Si è voluto coniugare il metodo classico o champenoise, dove la rifermentazione (necessaria alla formazione delle bollicine) avviene in bottiglia, e il metodo charmat, dove la rifermentazione del vino avviene in grandi contenitori d’acciaio e successivamente imbottigliato. Protagonista del metodo “Spark” è la piccola botte in acciaio inox (di capienza 30-35 litri) denominata “champagnotta”dotata di una valvola per eseguire le due operazioni tipiche del metodo classico, ossia la sboccatura (l’eliminazione delle fecce dei lieviti esausti, in parole povere “ i residui della rifermentazione”depositatosi sul tappo )e l’immissione del “liqueur d'expedition”(o sciroppo di dosaggio, distillato di vino e zucchero che va a ricolmare la bottiglia e a stabilire la dolcezza dello spumante Brut ed Extra-brut, Dry ed Extra-dry, Abboccato o Dolce).
La champagnotta è stata realizzata dall’azienda Cavalzani Inox ......I pregi di questo metodo sono la possibilità di poter usufruire anche di zone luminose per la maturazione del prodotto grazie all’acciaio della champagnotta, la maneggevolezza della medesima, la possibilità di utilizzare direttamente il contenitore per la distribuzione alla spina, l’ottima qualità del prodotto finale anche utilizzando vitigni poco nobili.
Inoltre, secondo quanto annunciato al quotidiano la Nazione dal titolare dell’azienda fiorentina, il dott. Osvaldo Cavalzani, potrà esserci la possibilità di noleggiare le attrezzature necessarie per le aziende che vogliano intraprendere la produzione di spumante con metodo”Toscano”.
Sorvolo sul taglio parapubblicitario del pezzo (ma si sa che gli articoli cosiddetti "redazionali" hanno quella funzione) e non entro nel merito della validità tecnologica dello strumento.
Ma non posso non notare le inesattezze (la liqueur d'expedition da anni non contiene più distillati di vino, almeno per le case serie che producono bollicine), l'infelice nome (champagnotta) ed il preoccupante principio che sottende il "sistema".
Il vino italiano sta faticosamente rincorrendo gli standard dell'alta qualità, si cerca di valorizzare al massimo le espressioni del terroir, di recuperare antichi e trascurati vitigni; ci si sforza di valorizzare i millenni di cultura che il vino si porta sulle spalle rivalutando l'opera dei vignaiuoli, riconoscendo per altro alle aziende consolidate e di antica origine il ruolo svolto nel mantenere alta la qualità.
Talvolta si è dubbiosi di qualche nuovo vino, magari ottenuto con tagli od uvaggi opinabili, pronti a giudicarlo tuttavia con serenità, perché è il risultato di studi e sforzi degni di rispetto.
Ma quando ci si trova al cospetto di questi mezzucci senz'anima e gratuiti, mi sento d'affermare con veemenza: no, io non ci sto!
Meditate gente, meditate.