lunedì 19 marzo 2012

SORGENTE DEL VINO 2012


Appuntamento annuale tra i più graditi quello alla Rocca dei Gonzaga, ad Agazzano, dal 3 al 5 marzo.

Il contesto è sempre affascinante, ma quello che colpisce di più è l'atmosfera che domina la manifestazione. Ti senti tra amici, tutti sono rilassati, i produttori disponibili a farti partecipe del loro lavoro, delle aspirazioni, pronti ad accogliere le osservazioni, in ultima analisi a confrontarsi con chi assaggia.
E di assaggi ne abbiamo fatti, talvolta per ottenere conferme, più spesso per scoprire nuove, o perfezionate, realtà.
Di seguito, gli incontri più significativi.


Esiste una certa ritrosia ad affermare che un'azienda sia espressione del territorio, poiché spesso s'abusa di questo concetto, ma questa volta non esistono differenti modi per definire Campi di Fonterenza, Siena, della quale abbiamo assaggiato:
- Rosa di Fonterenza 2011. 
Gradevolissima prova di botte: ha dato note di estrema pulizia abbinata a disarmante semplicità, è fruttato con buona acidità; sorprendente il sentore di uva.
- Pettirosso 2011.
Solo da uve Sangiovese, giovanissimo epperciò fruttato, con tannini già soavi, fresco e beverino, fa intravedere un grande futuro; brillante interpretazione della tipicità del Sangiovese.
- Rosso di Montalcino 2009.
Molto tipico, beverino nonostante la giovane età.
- Brunello di Montalcino 2007.
Imbottigliato a gennaio di quest'anno, è schietto e tipico, già avvolgente e con gradevole accenno di seta, che certamente s'evolverà nel tempo.

Càpita talvolta d'innamorarsi d'un produttore, perché i suoi vini suscitano emozioni sopite o perché interpretano con maestria ed amore un vitigno: è il caso di Porta del Vento di Camporeale, in provincia di Palermo, azienda condotta secondo i principi dell'agricoltura biologica e l'uso di prodotti biodinamici. Vigne di trent'anni e più distribuite su pendii scoscesi battuti dal vento - vicino sono state non a caso installati generatori eolici - forniscono uve lavorate con pazienza e cura maniacale.
- Porta del Vento 2010, Catarratto in purezza.
Delicatamente amarognolo, acido, esuberante, ancora un poco slegato, ma con le carte in regola per durare a lungo.
Interessante osservare la sua evoluzione, assaggiando l'annata 2007: è tagliente, complesso, balsamico, equilibrato e di grande soddisfazione.
- Sharay 2008.
Le uve Catarratto sono fatte macerare per trenta giorni in tini aperti senza controllo di temperatura, senza solforosa e lieviti estranei; sono poi spremute con torchio manuale ed il vino è affinato in botti di rovere da 25 hl per un anno. Elegantemente tannico, complesso in modo spiazzante, equilibrato, quasi suntuoso; s'apre con calma e pervade il naso e la bocca con sensazzioni che s'inseguono di continuo; il colore oro antico, quasi ambrato conclude il piacere dell'assaggio.
- Maqué 2010 Rosé.
Dalle trascurate, altrove, uve Perricone s'ottiene questo vino delicato e vinoso, dal caratteristico sapore di lampone e di fragola, un poco speziato, di facile beva nonostante la buona complessità generale, acuita dalla discreta tannicità.
- Mira 2009, Catarratto Metodo Classico.
Diciannove mesi sui lieviti per delle bollicine semplici, gradevoli, amarognole ed agrumate: da seguire nel suo migliorarsi man mano che l'Azienda s'impraticherà del metodo.

Molto interessante è stato l'incontro con Carbone Vini, giovane azienda della Basilicata.

- Fiano della Basilicata 2010
Fine, schietto, varietale, decisamente suntuoso; secco e quasi crudele nell'essere asciutto, con sorprendente finale morbido; i tannini sono lievi e contribuiscono all'immagine di estrema pulizia.
- Aglianico del Vulture Doc Terra dei Fuochi 2009
Sorprendente per la tipicità e per i riferimenti varietali, è un vino caldo come la lava del vulcano, morbido e ricco, vellutato ed insinuante.
- Aglianico del Vulture Doc Stupor Mundi 2007
Ottenuto da vigne vecchie coltivate sulle pendici del Monte Vulture, su terreni vulcanici. Le uve sono sottoposte a macerazione per due/tre settimane e vinificate in acciaio; il vino riposa in botti  e s'affina in bottiglia lentamente. Ricco, morbido vellutato, fruttato, sapido, speziato.


La Franciacorta riserva sempre delle sorprese, sia quando si constata il decadimento qualitativo sia quando si scoprono realtà per così dire nascoste. Questa volta è il caso di Aurelio Del Bono, titolare di Casa Caterina, a Monticello Brusati. Aurelio è uscito, o non ne ha mai fatto parte?, del Consorzio, perché desidera andare per conto suo, sperimentare senza sentirsi legato ad alcun vincolo.
I vini sono talvolta discutibili, ma hanno in comune il fascino della ricerca, anche se lascia un poco perplessi l'esiguo numero di bottiglie ed è naturale domandarsi: a chi sono destinati?
Abbiamo assaggiato un Cuvée 60, brut Nature 2006 solo da uve Chardonnay provenienti da tre differenti vigneti. Sessanta mesi di permanenza sui lieviti hanno generato un vino complesso, corposo, elegante, pulito, varietale, dai sentori di crosta di pane appena accennati.
- Brut Cremant 2004.
Sette anni sui lieviti per sole 3.000 bottiglie; la tostatura della barrique trae in inganno, poiché sembra che si sia esagerato con la liqueur; non ha entusiasmato.
- Brut Reserve Nature 2003.
96% di Pinot Nero e 4% di Chardonnay, 8 anni sui lieviti, sboccatura luglio 2010: con queste premesse ci si aspetta un vino potente, tannico, varietale, ricco e sapido, agrumato, dal fondo amarognolo, complesso, con la caratteristica acidità del Pinot Nero; ed è stato così!
- L'Estro 2006.
Taglio da uve Marsanne, Sauvignon Blanc e Viogner, si presenta amarognolo, alcolico, rotondo, fresco, acido; il Viogner ha dato il vegetale e l'acido, il Marsanne il corpo e la rotondità, il Sauvignon Blanc ha fatto da legante. Si tratta di un vino molto interessante, che fa il verso ai blasonati francesi.
-L'Estro 2002.
Un vino letteralmente smontato, le caratteristiche di ogni componente si sono separate ed il piacere in bocca è di molto diminuito.
- Vita Grama 2000
Classico taglio bordolese, 60 % Merlot, 35 % Cabernet Franc, 5 % Cabernet Sauvignon; ancora giovane, assai secco, molto pulito con gradevoli sentori di legno vecchio. Un vino completo, con ancora anni davanti a sé.