venerdì 8 agosto 2008

STORIE DI TAPPI - 2


Qualche giorno fa ho avuto tra le mani una bottiglia con chiusura "alternativa": il tappo non era di sughero, bensì di vetro.
Sapevo che da tempo esisteva questo sistema, lo avevo visto qualche anno fa al MiWine come prototipo-novità, ma non avevo ancora incontrato una bottiglia commercializzata chiusa in questo modo.
Devo ammettere che è gradevole, anche se un poco spiazzante, poiché ricorda la chiusura dei flaconi da laboratorio, se non fosse che non è satinato per assicurare la sigillatura; questa, infatti, è assicurata da una guarnizione in materiale sintetico che s'incastra in un'impercettibile sporgenza ad anello all'interno del collo della bottiglia.
Il tappo è tenuto in posizione da una capsula d'alluminio, in verità di non facile apertura, poiché, a dispetto delle intenzioni dei progettisti, necessita di uno strumento: io ho usato la lama del mio fido cavaturaccioli.

Quasto sistema è prodotto in Germania dalla CSI ed ha superato numerosi test (Istituto Geisenheim di Scienza Applicata all'Enologia, Istituto di Stato Oppenheim/Rheinhessen) oltre ad essere stato finanziato dal Ministero dell'Economia dello stato Rhineland-Palatinate.

L'impiego del tappo di vetro, che assicura la tenuta stagna, ha gli stessi risvolti proposti da quelli sintetici (vedi post precedente) e solo il tempo potrà dare delle indicazioni, se non definitive, attendibili.
Di certo permettere di richiudere la bottiglia infinite volte (ma a chi e a che serve, visto che sarà entrata l'aria?) ed è riciclabile più facilmente del sughero, visto che non esiste una raccolta ad hoc di questo materiale.
Sembra di poter affermare che assisteremo a modifiche significative nella produzione dei vini e nell'approccio alla degustazione.

lunedì 4 agosto 2008

NUOVA ASSOCIAZIONE DI PRODUTTORI DI VINO

Il mondo del Vino registra un nuovo nato: F.I.V.I., Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
Il 28 luglio, nell’incantevole cornice della Reggia di Colorno a pochi chilometri da Parma, alcune centinaia di produttori di vino hanno fondato un'associazione con il fine di difendere e valorizzare la figura del vignaiolo, colui che segue di persona tutta la filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia.
Ispirata alla VIF - Vignerons Indépendant de France che raccoglie ad oggi più di 10.000 soci e che rappresentano circa il 55% del patrimonio viticolo francese - FIVI si propone, tra l'altro, d'entrare nella Confédération Européenne des Vignerons Indépendants (CEVI), così da creare a livello continentale un’importante rete di piccoli e medi produttori capace di incidere fortemente sulle politiche di settore, a partire dal recepimento a livello nazionale della nuova Ocm.
Il Presidente, eletto all'unanimità, è Costantino Charrère, fondatore e anima della cantina valdostana Les Crêtes, del quale piace riportare questa dichiarazione: "...Ci batteremo a fondo perché parole come terroir e vigneron non siano usate a sproposito anche da coloro che si fanno belli con concetti come questi, senza praticarli nella realtà quotidiana. Noi siamo nati perchè sentiamo che il vino debba esprimere identità e riconoscibilità legate ai luoghi d'origine."

Alle parole ufficiali mi piace esprimere una considerazione personale: scorrendo l'elenco dei soci fondatori, non si può non essere felici che sia nata un'associazione di questo tipo, che certamente farà giustizia delle mode passeggere e farà comprendere, oltre che apprezzare, l'eccezionale patrimonio vitivinicolo italiano.
Auguri!