mercoledì 4 luglio 2007

UOMO E/O MACCHINA?

Quando si esamina un vino, ci si scinde in due: da un lato si trova l'insieme delle proprie preferenze ed esperienze, che si possono concretizzare nelle espressioni "buono" e "mi piace, non mi piace".
Dall'altro lato, inizialmente con sforzo, ci si astrae, si mettono da parte i gusti personali per cercare d'esprimere giudizi il più possibile obiettivi.
E' come se ci trasformassimo in macchine sofisticate.

Non è facile, ma assicuro che ci si riesce.

Mi ricordo che, le prime volte, ero sorpreso da come assaggiatori esperti potessero esprimere giudizi precisi e circostanziati; poi mi sono reso conto che anch'io ero in grado di comportarmi nello stesso modo.
Da allora, e sono passati circa vent'anni, la coesistenza delle due persone è possibile.
Oggi sono una macchina da degustazione, che si tratti sia di vino sia di cibo.
La definirei una versione accettabile, ed a fin di bene, del mito del Dottor Jekyl e Mister Hide!

IL PERCORSO CONTINUA ...

Ho frequentato più di venti anni fa i corsi AIS e mi sono diplomato Sommelier: ho imparato molto sul vino e come si degusta, ma non era sufficiente.
Ero ancora zoppicante ed insicuro, anche se assaggiavo di continuo.
La svolta decisiva è stata quando mi sono avicinato all'ONAV, Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino: sono diventato Assaggiatore e successivamente Docente.

Le capacità di riconoscere i profumi sono aumentate e si sono affinate, insieme alle conoscenze tecniche necessarie per analizzare un vino ed esprimere un giudizio impersonale.

lunedì 2 luglio 2007

MAESTRI

Non ho fatto tutto da solo, ho avuto intorno dei maestri, che mi hanno guidato nel meraviglioso, infinito mondo delle sensazioni gustative.
Mi sono comportato da spugna, ho cercato di assorbire il più possibile; ho sviluppato l'innata curiosità per costruirmi nel tempo una vera e propria banca dati, continuamente aggiornata.

Ho incontrato personaggi straordinari, tra i quali il più grande, Luigi Veronelli.
Nacque un'amicizia profonda, anche se ci si vedeva poco; ma ad ogni incontro si riprendevano i discorsi interrotti, iniziati forse mesi o anni prima.
Un filo continuo ci ha legati, per anni.
Ora, Luigi ci ha lasciati, ma solo fisicamente, perché vive in tutti quelli che lo hanno conosciuto e frequentato.
Mi ha trasmesso l'amore per la terra e per i suoi prodotti, il gusto per la ricerca, la gioia nello scoprire i gioielli spesso nascosti della viticoltura italiana. Mi ha fatto capire che il vino è vivo e che fa parte integrante della storia dell'uomo.

Luisa Ronchi. Enotecaria a Milano, la prima donna sommelier d'Italia nei lontani anni '60.
Con lei ho imparato ad essere umile nei giudizi, a rispettare il vino e chi lo produce.
Mi ha insegnato a degustare, a saper riconoscere i profumi, ad esprimere compiutamente le sensazioni che provavo, e che provo tuttora, assaggiando un vino.

Poi, ho incontrato altri esperti e ognuno mi ha regalato qualcosa, per continuare il mio lungo, personale viaggio nel mondo del gusto.