venerdì 9 maggio 2008

CHATEAU COUTET 1967

Ho avuto il privilegio e la fortuna di assaggiare un Sauternes di grande pregio con un po' d'anni sulle spalle: Chateau Coutet 1967.
Oro liquido, scende nel bicchiere con una certa indolenza, pur non essendo particolarmente viscoso.
Poi, portando il bicchiere al naso, comincia il viaggio attraverso l'universo dei profumi dei grandissimi vini del Sauternes.
La prima sensazione è di trovarsi di fronte ad un Sauternes atipico, ma la memoria olfattiva viene prontamente in aiuto, per ricordare che i vini di Barsac sono da sempre più fini e meno "grassi"; tranquillizzato, procedo con una certa trepidazione, dovuta sia al rispetto per un premier cru sia perché man mano che passa il tempo il vino s'apre, riservando sempre nuove sorprese.
Impressionante è la rispondenza naso-bocca, poiché tutto ciò che percepisco all'olfatto è ripetuto, ed ampliato, in bocca.
Innanzitutto sorprende la freschezza -in un vino di 41 anni!- che rimanda al pompelmo, che si trasforma in scorza candita; tabacco dolce, cacao appena accennato, caffé, té, spezie delicate e sottili, albicocca disidratata, pesca, banana matura, fiori bianchi carnosi tra i quali spicca la calla.
Poi, lentamente, quasi esasperante se non sofferto, fa capolino il gusto del miele di castagno, appena caramellato, reso soave dalla componente alcolica misurata.
Quando la bocca, ed il cervello, s'è abituata a questa gradevole invasione di sensazioni, t'accorgi che, inaspettata, è presente un lieve accenno di tannicità, che aggiunge velluto di seta e permea le mucose.
Dopo qualche ora, il bicchiere ormai vuoto continua a produrre profumi, che diventano più grevi e pregnanti: con dolore riconosci che l'incontro è terminato, ma la bocca continua a ricordarti, a lungo, che hai incontrato un grandissimo vino.
Arduo esprimere un punteggio, ma tento: 98/100