mercoledì 13 aprile 2011

VINO VINO VINO 2011

Nell'accogliente ex fabbrica di Cerea, l'ottava edizione di  VinoVinoVino ha riservato, come sempre, conferme e sorprese.
Vini già noti hanno testimoniato il costante impegno di chi li  produce, prove di botte hanno risvegliato ricordi sopiti, vini già  maturi regalato emozioni.
Tra i tanti assaggi, riporto quelli che mi hanno maggiormente colpito;  per ogni produttore, se il caso, riporto il movimento nel quale si  riconosce.

- Zidarich, Friuli-Venezia Giulia, Vini Veri

Vitovska 2006, collezione
Come sempre complessa, equilibrata, ricca di profumi varietali,  inesorabile nella sua tipicità.
- Denis Montanar "Borc Dodon", Friuli-Venezia Giulia, La Renaissance e  Triple"A"
Bors Sandrigo 2009, Tocai Friulano DocVino semplice, fondamentalmente onesto, frutto di breve macerazione  sulle bucce, decisamente tipico.
Uis Blancis 2006Uve Tocai, Sauvignon, Pinot Blanc, Verduzzo concorrono all'uvaggio; il  risultato è di tutto spessore, le differenti qualità si sono fuse  grazie alla permanenza in bottiglia. Secco e profumato, ha ancora anni  davanti a sé.
Scodovacca 2003, Verduzzo
Secco, austero, ineluttabile, non lascia alcun dubbio sulla propria  tipicità; opulento nel proporre tutte le caratteristiche dei vini  passiti; lascia senza parole.
- Aquila del Torre, Friuli
Ronc di Miez 2009, Tocai Friulano
Lavorato solo in acciaio inox, è tagliente e fruttato, decisamente tipico ed esaustivo. La versione passata in legno è certamente più morbida, ma perde di tipicità e di passione.
Oasi Picolit
Un esperimento: produrre secco il Picolit; si può affermare che la prova sia riuscita già bene, anche se deve essere messa ulteriormente a punto; è interessante notare come si sia riusciti a mantenere intatti i riferimenti all'uva d'origine.

- Tenute Loacker, Alto Adige, La Renaisance
L'Azienda segue i principi dell'omeopatia in agricoltura fin dal  1979
Sono state assaggiate due prove di botte
Tasnim 2010, Sauvignon Blanc Doc
Le note del Sauvignon Blanc escono appieno, è delicatamente profumato,  morbido, fresco e fruttato; si sta facendo e promette bene.
Atagis 2010, Gewurztraminer Doc
Meno profumato di quanto ci si aspetti, molto tipico nei sapori,  grasso; ripropone con piacere l'uva d'origine.
- Porta del Vento, Sicilia, La Renaissance
Asaggiare a distanza di un anno i loro vini ha confermato i progressi continui di questa giovane Azienda, che infonde nelle bottiglie l'entusiasmo che anima i titolari.

Catarratto, Igp Sicilia
La degustazione delle annate 2010,2008 e 2007 ha evidenziato l'alta  qualità raggiunta ed ha permesso di seguire l'evoluzione d'un vino che  non può lasciare indifferenti; la delicata tannicità permane,  conferisce sensazioni sabbiose e diventa via via più soave;  stupefacenti la mineralità, l'asssoluta pulizia, i profumi contenuti  ma netti, la prolungata persistenza. Uno dei migliori catarratto mai  degustati, se non il migliore.
Saharay 2009, Catarratto
Opulento e tagliente al tempo stesso, con sentori di frutta tropicale,  minerale ed elegante; frutto di maniacali attenzioni, macera per  trenta giorni sulle bucce, poi riposa un anno in botti, senza  interventi, lasciando che la natura segua il suo corso.
Mira, metodo classico con uve Catarratto
Un esperimento interessante che dimostra le potenzialità del vitigno;  è un pas dosé molto secco, interessante.
Maquè Rosé 2009, Perricone Rosso Igp Sicilia
Uva autoctona siciliana recentemente rivalutata e reimpiantata, dopo  la crisi dovuta alla ridotta produzione del Marsala Ruby. Le uve non sottoposte a macerazione donano un colore quasi ambrato, i  profumi sono intensi, quasi aromatici; è speziato e salmastro,  austero, un poco tostato con ricordi di tabacco; la nota dolciastra  finale si sposa perfettamente con l'amarognolo; un vino spiazzante ed  affascinante.

- Nikolaihof Wachau, Austria, La Renaissance
Interessantissima, oltre che istruttiva, carellata sul Riesling ed il  Veltliner austriaci, prodotti da una delle cantine simbolo.
Sono stati assaggiati Riesling del 2010, 2009, 2007: un crescendo di  mineralità, pulizia, finezza, profumi sottili; la leggera tannicità  netta la bocca, l'accenno di note citrine rafforza la sensazione di  freschezza; grandi vini, perfetti ed austeri.
A seguire i Veltliner delle annate 2010, 2009, 1999, 1993: vini  finisimi, austeri, taglienti, sapidi, freschi e leggermente citrini;  interessante l'annata 1999, colpita dalla botritys: entra in bocca  dolce, ricco e quasi grasso, poi la saliva lava il cavo orale per  evidenziare la nota secca e pulita; un vino davvero unico.

- Chateau Musar, Valle della Bekaa, Libano, Triple "A"
Musar Blanc 2003
Tendenzialmente magro, un poco abboccato, fresco con lieve vena  amarognola; è abbastanza elegante con presenza appena invasiva  dell'alcol.
- Domanine de L'ecu, Loira, Francia, Triple "A"
Muscadet Cuveé Classique 2009Ottenuto da viti vecchie di trenta anni, si può affermare che sia un  vino da manuale: tutte le caratteristiche che ci si aspetta da  quest'uva qui sono rappresentate, dall'eleganza alla misurata  freschezza.
- Audry et Christian Binner, Alsazia, Francia, Triple "A"
Cremant d'Alsace 2007
Sottilissimo, speziato, elegante con delicata e molto piacevole nota  dolce-amara; giustamente tannico, suadente, dall'alcol equilibrato.

martedì 12 aprile 2011

VINOVINOVINO, VINITALY E MARCHETTE


Non a caso il manifesto dell'edizione 2011 di VinoVinoVino riporta un  bellissimo disegno, quasi naif, che rappresenta l'Arca di Noé.
Perché l'opera di salvaguardia dei sapori che la natura regala al  vino, caparbiamente e con successo perseguita da sempre più vignaioli, rimanda al mito del salvataggio di ciò che valeva la pena di  preservare, prima che il Diluvio si compisse.
Rimandi biblici a parte, quest'edizione, l'ottava, s'è confermata come  la reale vetrina del vino italiano, perché non solo mette in mostra  vini di pregio, ma testimonia la vivacità ed il desiderio di superarsi  dei produttori e, soprattutto, la loro umiltà unita a profonda umanità.
Esci dalla manifestazione rincuorato, perché hai toccato con mano  l'etica del produrre vino.
Gli aspetti economici non sono estranei, ma non hanno il sopravvento;  non siamo così ingenui da ritenere che tutti producano vino per fare  poesia, ma riteniamo che il loro approccio sia sano, equilibrato,  profondamente morale.

VinoVinoVino 2011 si confronta con Vinitaly, bolgia dantesca del  marketing più sfrenato, ove Regioni e Consorzi hanno fatto sfoggio di  gigantismo espositivo; torrido percorso di guerra punteggiato da  imbottigliatori senza scrupoli percorso da torme di appassionati del  bicchiere pieno, soprattutto sabato e domenica.
Mescolati, e talvolta difficili da trovare, i buoni e grandi  produttori, che riescono a tenere alto il tono della manifestazione e  fanno dimenticare, per un poco, il mercimonio del succo d'uva  fermentato.

Il "mercato" accetta tutto e decreta successi e fallimenti, è vero; ma  il senso del decoro e del ridicolo dovrebbe essere il primo  comandamento, unito all'onestà, soprattutto intelletuale, di chi  partecipa.

Questa situazione genera mostri che si pensava non potessero esistere.
Mi riferisco alla notizia riportata dalle agenzie: il 28 marzo, a New  York, il presidente di Verona Fiere ha consegnato, orgoglioso e  felice, al Presidente Giorgio Napolitano i risultati di un'azione di  marketing, che non esito definire di marchetta; si tratta di due  bottiglie magnum, una di vino bianco ed una di vino rosso, risultato  dell'unione di venti diversi vini, uno per regione, in onore del 150°  anniversario dell'unità d'Italia.
Prodotte in quantità limitata, le magnum saranno donate a capi di  stato e simili!


Autogol clamoroso!

Sono anni che faticosamente lottiamo, ognuno con i propri strumenti,  per affermare l'importanza dell'unicità del terroir, rivalutare  antichi vitigni, perseguire la qualità, valorizzare i movitigno,  liberarci dall'uso scriteriato della barrique, combattere mode  passeggere, eccetera eccetera.
Ed ora tutto questo faticoso lavoro è posto in soffitta, di fronte  alla platea mondiale, che probabilmente è scoppiata in una risata  colossale, che purtroppo non ha seppellito gli ideatori dell'idea  peregrina, e non li seppellirà.
Già nel novembre dell'anno scorso era stata proposta un'idea simile ( vedi ) e ne avevamo scritto; speravamo che fosse una trovata pubblicitaria, anche se censurabile; è stata riproposta, con enfasi e  impudenza.
Spiace constatare che entrambe le operazioni non abbiano trovato  adeguati riscontri nel mondo degli addetti ai lavori, che non siano state mosse critiche, che qualche ente abbia in un certo modo applaudito: che sia un segno  ulteriore dell'ineluttabile decadenza che ci pervade?

Non resta che sperare, per rispetto ai palati ed agli stomaci dei  potenziali destinatari, che queste magnum non siano mai aperte.