giovedì 25 giugno 2009

ANFORE E ...ANFORE

Reduce da una visita ad alcuni vignaiuoli del Collio Goriziano e del Carso, ho potuto confrontare vini prodotti con l'uso delle anfore in terracotta con gli stessi ottenuti secondo i metodi tradizionali.
Avevo già scritto di questo tipo di assaggi, in occasione dell'edizione 2008 di Vini Veri.
I risultati sono interessanti ed entusiasmanti, anche se si deve riconoscere che occorre una buona esperienza degustativa ed un'altrettanta estesa memoria olfattiva per apprezzarli appieno.

I vini che hanno conosciuto le anfore hanno sviluppato sentori ai quali spesso non siamo abituati e che talvolta siamo portati a considerari estranei al vino, se non addirittura difetti.

Chi utilizza questi contenitori segue generalmente le direttive dell'agricoltura naturale, biologica, talvolta biodinamica: non desidero addentrarmi in un campo che da poco ho iniziato ad affrontare, perciò mi astengo da esprimere giudizi che esulino dalla pura degustazione, poiché risulterebbero poco approfonditi affrettati. Necessito di ulteriori incontri con i produttori per comprendere tutti gli aspetti di questo antico modo di fare il vino, alla luce delle conoscenze odierne.

Mi è stata segnalata una notizia curiosa, comparsa sul blog "Spume": in California un produttore ha iniziato a vinificare utilizzando anfore, ispirandosi all'opera di Josko Gravner, ma realizzate in cemento.
Incuriosito, ho cercato il sito del produttore, francese, ed ho scoperto cose sconosciute ai più; il sito è esaustivo, per certi versi sorprendente e ludico: ne consiglio la visione.

Mi attiverò per poter degustare i vini che sono "nati" in queste uova.

Anfora in cemento disegnata secondo le proporzioni auree Josko Gravner e le "sue anfore" di terracotta georgiane

Nessun commento: