sabato 13 settembre 2008

VINI DI UN ALTRO MONDO


Sì, i vini aromatizzati fanno parte di un altro mondo sensoriale, al quale non si è molto abituati, anche se spesso li beviamo, ma distrattamente, senza soffermarci e soprattutto senza conoscerne la storia.
Sono vini che hanno antichissime origini, intorno alle quali non tutti sono d'accordo, principalmente perché mancano documenti attendibili; ci si accontenta di supposizioni e deduzioni, essendo ognuno certo che la propria visione sia quella giusta.
Non desidero entrare nel dibattito, ma riportare alcuni dati, che sembra siano sicuramente certi.
Fu ben presto notato, dai nostri antenati, che da certe erbe si potevano trarre sostanze che giovavano alla salute e fu altrettanto riscontrato che l'alcol ne esaltava l'effetto; non sappiamo chi per primo giunse a confezionare un infuso idroalcolico di erbe medicinali - appunto! -, ma conosciamo l'attività di Ippocrate, dei medici dell'antica Roma, della Scuola Salernitana, delle pratiche curative dei dottori arabi del Mille; siamo di fronte ad una tradizione che è giunta sino a noi, talvolta trasmessa oralmente, talaltra mantenuta segreta, racchiusa tra le mura di monasteri e nei retrobottega di erboristi-farmacisti.
L'evoluzione della medicina e dei sistemi di cura ha messo in secondo piano questi prodotti, riservando loro il ruolo di blandi corroboranti o digestivi; gli aspetti organolettici hanno fatto poi il resto: oggi li si beve perché piacciono o perché sono entrati nel vasto mondo delle abitudini, come i vermouth.
Esistono altri vini, che non hanno mai avuto la pretesa di essere medicinali, ma semplicemente di essere gradevoli, ottenuti con componenti vegetali, fiori e frutti, di facile reperimento, quando non altrimenti utilizzabili: quest'ultimi hanno certamente origine dalla cultura contadina, adusa da sempre a sfruttare tutto ciò che offre la terra.

Una pillola storica
Il vermouth, o vermut, è un vino ippocratico - vino con aggiunta d'infuso di spezie - nato in Italia, intorno alla prima metà del 1700, ma porta un nome straniero. Due sono le teorie: la prima sostiene che il termine derivi dall’erba aromatica più importante nella sua preparazione: l’artemisia, chiamata in tedesco “wermut”; l’altra è legata a Luigi XIV, che aveva l’abitudine di sorseggiare un rosolio - Ros-Solis -, preparato appositamente da un confettiere piemontese. La bevanda. diventata di moda fra gli ufficiali dell’esercito reale durante gli spostamenti in Germania, nel linguaggio militare cambiò il suo nome in “Vermuth” da “Wehr”(armata) e “Mut”(coraggio).


Tenendo conto di queste stringate considerazioni, riporto le impressioni generate dalla degustazione di 8 prodotti, di fattura ed origine differenti, con la precisazione che i voti espressi devono essere considerati con beneficio d'inventario, essendo estremamente difficile, se non impossibile, applicare a queste bevande i criteri usuali; sono valutazioni squisitamente personali, dettati dal gusto e dalla piacevolezza.

Le Villacce - Vino e visciole - Maurizio Manni, Lunano PU: a base di vino sangiovese, è prodotto fin dai tempi del Duca Federico di Montefeltro; presenta un bel colore rosso rubino vivo; i profumi della visciola si sposano a quelli del vino ed il frutto è nettamente percepibile in bocca; la tannicità e l'amarognolo sono dovuti soprattutto alla presenza dei semi del frutto posto in infusione; grasso e dolce, delicato, con buona acidità, a lungo persistente. 83/100

Visciolata - Vino e visciole - Michele Massaioli, Pergola PU: il vino vernacolo, nome locale dell'aleatico, è stao fatto fermentare con le ciliege selvatiche, per ottenere una bevanda eterea, dal netto profumo di visciola, di foglie secche e di fumo; percepibile la presenza di componenti iodate, causate dalla leggera ossidazione dell'alcol; la limitata acidità e la componente dolce fanno sì che sia ababstanza stucchevole e poco elegante. 78/100

Feuilles de cerises Passione - Ratafià - Coima, Bastia RA: prodotto secondo una ricetta del 1797, impiega solo le foglie dei ciliegi coltivati nella Riserva Naturale di Villa Romana a Russi, in provincia di Ravenna; il vino base è il cabernet di Romagna; il colore rosso rubino porta tracce di ossidazione, che sono riconoscibili al gusto; spezie tropicali, cannella, lauro e pepe si mescolano alle note metalliche; intenso ma poco elegante, possiede eccessiva alcolicità, che tuttavia non impediscono la lunga persistenza degli aromi. 80/100

Passione Rossa - Buttafuoco chinato - Franco Pellegrini, Canneto Pavese PV: Fine, elegante, aromatico, con profumi di china e di rabarbaro, uniti a sentori di legno secco; rotondo e persistente in bocca, gradevole e molto persistente, vinoso; si può definire vino rilassante, da fine serata, da centellinare con tranquillità, magari riandando ai momenti piacevoli trascorsi. 85/100

Rabarmasino - Rabarbaro - Regia Farmacia Masino, Torino: ad un ottimo vino bianco siciliano, del quale non è dato sapere, sono ste aggiunte le radici del rabarbaro e della genziana, più estratti di boldo e assenzio; prodotto in quantità limitata fino dal 1667, è un ottimo aperitivo-digestivo; nonostante la percepibile presenza dell'alcol - 15% - è elegante e molto speziato; oltre agl'ingredienti di base, si percepiscono la cannella, lo zafferano, il macis, il pepe bianco e rosa; ha lunghissima e gradevolissima permanenza; le note amare sono sapientemente bilanciate dalla presenza dello zucchero; un vino medicinale in realtà molto poco medicinale e molto beverino. 90/100

Vermouth Classico - Martelletti, Cocconato d'Asti: l'ottimo moscato d'Asti conferisce uno splendido colore giallo zafferano ossidato; sono presenti i tipici profumi dell'assenzio, o artemisia, e delle scorze degli agrumi, insieme alla china ed a spezie d'oltremare; in bocca predomina l'assenzio, che si presenta con fresche note mentolate; elegante, agrumato e vanigliato; il delicato sentore amaro chiude un panorama gusto-olfattivo decisamente complesso. 90/100

Barolo Chinato - Cappellano, Serralunga d'Alba, CN: a detta di molti, si è in presenza del vero barolo chinato: di certo, sono sorprendenti l'eleganza e la perfetta mescolanza delle spezie, annegate in un colore rosso vivo con riflessi granata; vinoso, denuncia l'origine del nobile vino; tannico, morbido, avvolgente, balsamico; le note dolci molciscono l'amaro della china per generare una lunghissima, disarmante persistenza. 92/100

Ippocrasso - Vino aromatizzato alle spezie d'Oriente - Luigi Spertino, Mombercelli AT: al Barbera d'Asti Doc di Luigi Spertino sono aggiunte spezie preziose ed erbe aromatiche, secondo un'antica ricetta medievale, appena rivisitata; il pepe, nelle sue differenti varietà, la fa da padrone, rendendo questo prodotto quasi eccessivo; le note fresche di salvia, rosmarino, scorze essicate di agrumi aumentano la potenza e prolungano la persistenza; un vino aromatizzato irruente, di non facile apprezzamento, anche se interessante come reperto storico. 88/100

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