BERE BIO - ROADSHOW 2010
L'onda del bio, inteso come biologico e biodinamico, si sta ingrossando e sembra dilagare.
Si moltiplicano le manifestazioni, i convegni, le comunicazioni "tecniche" al pubblico dei consumatori, sempre più spinto a considerare l'alternativa bio come unica alternativa per una vita sana.
E la confusione cresce di pari passo.
Per quanto riguarda il vino, siamo del parere che la reale discriminante sia la qualità di ciò che si trova in bottiglia, a prescindere dal metodo adottato.
Troppe volte abbiamo assaggiato prodotti sgradevoli, difettosi, sgraziati, spesso maleodoranti; ma, ti dicono, "è un vino bio!", come se questa definizione fosse sufficiente a far accettare qualsiasi esperimento di cantina.
Un caro amico ha coniato una frase fulminante: "certi vini, più che biologici, sono da fossa biologica!"
Produrre secondo i principi del biologico o del biodinamico significa ben altro, soprattutto cultura, onestà e sacrificio, uniti a grandi quantità di umiltà e pazienza.
Ed i risultati si possono vedere nel medio periodo, perché la terra ha i propri tempi e non fa sconti a nessuno.
Queste considerazioni scaturiscono dalla partecipazione ad un evento tenutosi ieri, 26 aprile, a Milano: Bere Bio - Roadshow 2010, che sarà proposto anche a Roma ed a New York.
Tanti piccoli produttori hanno offerto vini mediamente buoni, alcuni eccellenti; denominatore comune è senz'altro la buona volontà ed il desiderio di confrontarsi tra di loro e sottoporsi con umiltà al giudizio del pubblico.
Ciò che ha colpito di più è la percezione diffusa del frutto di partenza, spesso salvaguardato, se non esaltato.
Riportiamo alcuni assaggi, che per qualche motivo ci hanno colpito:
- Casale, Certaldo (FI)
Spumante Millesimato 2008
Si tratta di un vino sottoposto a rifermentazione secondo il metodo Martinotti lungo, da uve Trebbiano in purezza; magro, abbastanza neutro, in bilico tra l'abboccato e l'amarognolo, con piacevole chiusura beverina; un vino senza particolari pretese, da aperitivo o da merenda.
- Cascina San Lazzaro, Castiglione Tinella (CN)
Il viticultore Claudio Icardi da anni applica i principi della biodinamica - è stato allievo di Nicolas Joly e vaporizza tisane nelle vigne - con risultati sorprendenti, coniuga questa filosofia alle antiche tradizioni del luogo, che vedono, tra l'altro, due uvaggi per così dire storici: Cortese con Moscato Bianco e Nebbiolo con Barbera e Dolcetto.
Dadelio Bianco 2009
Il Cortese (70%) ed il Moscato Bianco (30%) costruiscono un vino molto interessante, fermentato in botti di acacia; è percepibile l'apporto aromatico delle singole uve e la leggera rotondità conferita dal legno; schietto, entra in bocca in sordina, poi sviluppa tutte le potenzialità dei due componenti; sapido, minerale, in equilibrio tra il dolce e l'amaro, soave e con ottima persistenza, delicatamente fruttato.
Dadelio Rosso 2008
Un tipico uvaggio della tradizione contadina delle Langhe: Nebbiolo (60%) con Barbera (30%) e Dolcetto per il restante 10%; dopo la fermentazione, il vino riposa per circa due settimane sotto il cappello delle vinacce, per poi passare in botti d'acacia per stabilizzarsi ed affinarsi; il colore profondo - grazie Barbera! - s'accompagna alla frutta matura ed alle spezie, eleganti e ben identificabili; ricco di sapori, si sviluppa prepotente, è equilibrato e complesso, in grado di resistere a lungo; finale amaricante, con buona acidità e persistenza.
- Francesca Massetti, Cherasco (CN)
Francesca è alla sua prima vendemmia ed ha prodotto un vino sorprendente:
Barbera 2009
Fruttato, fresco, sorbevole, schietto ed immediato, con una complessità equilibrata ma discreta, molto caratteristico, da annoverare tra i grandi barbera; non rimane che augurare a Francesca un futuro simile, sapendo che le costerà fatica, lacrime e sangue, ma tante soddisfazioni. La seguiremo.
Claudio Icardi aveva portato una bottiglia di questo Barbera e gliene siamo grati.
- Consorzio Vignaioli Biodinamici
Quattro produttori si sono uniti per "promuovere i vini delle singole aziende, favorire il confronto e lo scambio di idee ed esperienze in vitivinicoltura attraverso l'applicazione del Metodo Biodinamico Moderno".
Le aziende associate sono:
Casa Wallace, Cremolino (AL)
Masiero, Selva di Trissino (VI)
Verdugo 2007Vigneto San Vito, Monteveglio (BO)
Merlot in purezza, ancora giovane e perciò dai tannini aggressivi, minerale, abbastanza morbido, di lunga e gradevole persistenza.
Pignoletto Brut, metodo CharmatTenuta Selva Dolce, Bordighera (IM)
Messo in autoclave con residui di anidride carbonica della fermentazione alcolica, sviluppa bollicine abbastanza fini, acompagnate da un gusto soave e delicato, con sentori spiccati di lieviti e di fiori; corpo abbastanza esile, citrino ed etereo.
Vermentino 2009 e Pigato 2009
Due uve tipiche del Ponente Ligure vinificate nel pieno rispetto dei due vitigni, che ne escono valorizzati ed amplificati.
- Donato Giangirolami, Borgo Montello (LT)
Cardito 2009
Una Malvasia Puntinata in purezza molto delicata, forse fin troppo; colpiscono la leggera tannicità ed i profumi sottili; un vino semplice ed onesto.
Colle Alto 2009
Qui il Grechetto sviluppa le proprie caratteristiche di soavità con il gradevole fondo amarognolo; ancora troppo giovane, necessita di un po' di tempo per amalgamarsi e sviluppare ulteriormente i profumi e le note vegetali e di mineralità.
- La Busattina, San Martino sul Fiora (GR)
Ritengo istruttivo leggere queste note di Emilio Falcione, il titolare dell'Azienda, per comprendere cosa s'intende per biodinamica e conoscere lo spirito che la anima.
Terreeteree 2006
Sangiovese (85%) e Ciliegiolo (15%); frutta, corpo, tannini, morbidezza, eleganza e complessità sono le prime sensazioni che procura questo rosso della Maremma.
Ciliegiolo 2007
Il recupero di un vitigno tanto sottovalutato quanto prodigo di ottimi risultati; genuino, immediato, vellutato con ottime note di acidità, tannico al punto giusto, equilibrato e con un futuro; comprendi perché si chiami così.
- Sassotondo, Sovana (GR)
Ciliegiolo 2006
Frutto di uno dei più begli angoli della Maremma toscana, un ciliegiolo fine e accattivante, anche se un poco magro e non del tutto espresso; necessita, forse, d'ulteriore affinamento in bottiglia.
- Stefania Pepe, Torano Nuovo (TE)
Vale la pena di visitare il suo sito per entrare nel mondo sospeso tra cielo e terra, come dice Nicolas Joly, di Stefania, che ha raccolto il testimone dal padre Emidio e si dedica alla produzione di uno dei migliori Montepulciano.
DNA 2008 e Contro la guerra 2004
Due vini che si dimenticano difficilmente, talmente tante sono le emozioni che riescono a trasmettere: suntuosità, eleganza, finezza, frutta, pulizia, corpo, tannicità equilibrata, freschezza insospettabile, completezza e complessità; sono l'espressione rara dell'interpretazione del terroir, che, come si sa, comprende soprattutto la storia degli uomini che lo hanno vissuto.
- Tenuta San Pietro, Tassarolo (AL)
Gavi Docg Il Mandorlo 2009
Dopo tanti Gavi inconcludenti ed omologati, un'autentica interpretazione di questo vitigno, forse scontroso, ma in grado di dare grandi emozioni. Da vigne di oltre cinquant'anni, un vino di livello superiore, complesso, agrumato, ricco di profumi fruttati e floreali, con sentori di sottobosco, fresco.
Gavi Docg Gorrina 2007
Questa vigna ha più di un secolo, è franca di piede e da cento anni produce grappoli eccellenti, che ci regalano un vino finissimo ed allo stesso tempo potente, di rara eleganza ed equilibrio, squisitamente tipico.
Gavi Docg San Pietro 2009
Fresco, sano e pulito, apparentemente magro, sviluppa forza, mantenendo doti si soavità e carattere.
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