CALUSO PASSITO 1991
Ho stappato l'ultima bottiglia di una vera e propria rarità che riposava in cantina : Caluso Passito 1991 di Giuseppe Gnavi, imbottigliata nel 2001.
Bottiglia rara, forse ne esistono ancora pochissime.
Ottenuto dal vitigno Erbaluce, autoctono del Canavese, possiede un colore denuncia da subito l'età e l'avanzata ossidazione: ambra scuro, quasi marrone, con unghia che mantiene riflessi dorati.
Al naso, prepotente, la nota balsamica di erbe oficinali, fresche, sottili, eleganti, che si stemperano in un tripudio di pasticceria; miele caramellato - ma non troppo! - insieme ad uva passa, fichi seccati al sole del Sud, frutta tropicale matura, mandorle; poi s'affaccia la sensazione legnosa della nobile botte grande, seguita dal cioccolato, caffé, te, tabacco; una leggera terziarizzazione regala note di catrame ed idrocarburo.
Un naso decisamente suntuoso.
Lo assaggi e t'invade. Cogli la nota alcolica, che s'allontana per lasciare il posto al susseguirsi di sensazioni differenti e, di nuovo, prepotenti; miele, frutta matura - banana, ananas, uva passa, pesca, papaia, mango, nocciola, fichi secchi, eccetera - immersa in una suadente crema pasticcera; poi, spunta la nota agrumata, da buccia d'arancia candita, inseguita strenuamente dalla freschezza che ricorda quasi la mentuccia; assapori ciò che la bocca suggerisce e scopri il caffé, il cioccolato fondente, il te nero, il tabacco di sigari cubani raffinati; la sottile presenza del legno si fa notare, insieme ad una leggera, insinuante, gradevole tannicità, che modera in parte la sensazione di untuosità che permea le mucose. Vino di buon corpo, grasso e pastoso.
Un vino che lascia soddisfatti e stupiti, che dimostra ancora una volta come la maestria d'un piccolo vignaiuolo possa regalare emozioni. Voto: 98/100
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