giovedì 8 luglio 2010

GOOGLE DA' UNA MANO

In rete e sui giornali imperversa oggi una notizia che può far sorridere, di certo indignare.
Come riferisce l'ANSA:

Quanto è genuino e oggettivo Google: se nella ricerca scrivi "Prisecco", lui avvertel'assonanza e per prima cosa ti dice: "Forse cercavi: Prosecco". Poi però, obbediente, ti propone per "Prisecco"   11.500 risultati. Si scopre così che in Germania con questo nome è venduto un "vino" frizzante analcolico nelle versioni rosso, bianco e rosé.
"Se qualcuno volesse sostenere che Prisecco non è confondibile con Prosecco, nella sua illuminata ingenuità Google sostiene il contrario: il Prisecco però - denuncia l'assessore all'agricoltura del Veneto Franco Manzato - può essere un inganno bello e buono per consumatori non smaliziati o che poco addentro alla cultura del vino". "Come Regione sosterremo ogni iniziativa possibile per evitare che ci si possa confondere - annuncia agguerrito Manzato - per questa assurda assonanza con un prodotto che nulla ha a che vedere con il nostro Prosecco DOC e con il Prosecco Superiore DOCG". Per  l'assessore veneto, "é ora che all'estero la smettano di lucrare sui buoni nomi delle produzioni venete, propinando beveroni 'similari' che creano solo illusioni nella clientela e un danno ai nostri produttori, che si spaccano la schiena per offrire al mondo un vino con i controfiocchi".
Manzato si dice certo "che le organizzazioni interessate faranno sentire la loro voce: pochi mesi fa per il 'Rosecco', che almeno era vino, c'é stata una levata di scudi encomiabile: su una questione del genere l'Europa dovrebbe intervenire con estrema decisione, per il bene di tutti i produttori del vecchio  continente, evitando che ci si possa appigliare a cavilli".
Che la fantasia dei truffatori sia inesauribile è un dato di fatto, così come sia sacrosanta la presa di posizione di chi è chiamato a tutelare i diritti acquisiti. Quello che stupisce, e purtroppo fa pensare, è che si mobiliti l'opinione pubblica per una trovata tutto sommato peregrina e francamente ingenua, oltre che imbecille, che molto probabilmente non avrà grandi ripercussioni sul mercato del nostro vino.
Perché, invece, non altrettanto s'è verificato per il Tocai, tempo fa?
Forse perché allora non c'era un consorzio che raggruppava i produttori di Tocai ed i politici non avrebbero tratto particolare giovamento dal fatto?
Non credo sia una riflessione capziosa, è solo maliziosa, forse disincantata.
Per chi volesse documentarsi, suggerisco questo sito, tradotto in "automatico" dall'amico Google, con gl'inevitabili effetti comici.

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