domenica 5 agosto 2007

PROFUMI PROFUMI



Mi sono imbattuto in un sito molto interessante, che riporta una ricerca approfondita sulla semeiotica del profumo.
Riporto alcuni pezzi, che ritengo illuminanti.
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Capire come il cervello sente gli odori, non soltanto quelli che percepiamo in modo chiaro, come il profumo di un fiore, ma quelli inafferrabili e veicolati dalle molecole misteriose legate al corteggiamento, i feromoni, o quelli che scatenano la paura.
E' la sfida che nei prossimi dieci anni si preparano ad affrontare i biochimici Linda Buck e Richard Axel, vincitori del Nobel per la Medicina per la scoperta del meccanismo che controlla l'olfatto. "La nostra ha detto Linda Buck e' una ricerca di base che potra' avere sviluppi oggi imprevedibili". Avere scoperto un sistema complesso come quello che regola l'olfatto, controllato da circa 1.000 recettori nel topo e da 350 nell' uomo e' stato un lavoro immane, ma e' stato solo il primo passo. Adesso le sfide sul tappeto sono tante e tutte ambiziose.
Ecco le principali:
- IL MISTERO DEI DUE NASI: nei topi funzionano regolarmente due nasi. Il primo riconosce gli odori che tutti siamo in grado di percepire trasmettendo al cervello i segnali trasmessi dai 1.000 recettori olfattivi. Il secondo naso riconosce odori che il primo naso non riesce a percepire, come quelli dei feromoni, e i messaggi che ne derivano vengono elaborati dalle aree del cervello legate all'emotivita'. "I feromoni passano per questo secondo naso ha detto Axel ed evocano comportamenti innati". Entrano cioe' in gioco meccanismi capaci di evocare sensazioni di piacere o di paura dalle radici antichissime. "A volte - ha aggiunto -anche un normale odore puo' evocare un mondo di sensazioni, ma i meccanismi che rendono possibile questo fenomano non sono affatto chiari". Se anche l'uomo abbia o meno questo secondo naso e' un tema controverso, che trova divisi gli esperti. "Sappiamo che i topi sono in grado di riconoscere i feromoni grazie a circa 200 geni, mentre nell'uomo sono attivi solo tre geni di questo tipo". E' anche "difficile riuscire a dimostrare che esista un nesso funzionale fra l'organo che dovrebbe essere preposto a questa funzione, ossia l'organello vomeronasale, e il cervello", ha detto ancora Axel. La domanda aperta e' se il tessuto olfattivo del naso non possa avere sostituito un organo piu' antico specializzato nella percezione dei feromoni.
- NEL CERVELLO LA MAPPA DEL MONDO FISICO: un'altra sfida, ha detto Axel, e' "cercare di capire come la realta' fisica del mondo esterno puo' essere rappresentata nel cervello". Colori, sfumature, consistenze tattili e profumi sono il risultato della rappresentazione "di uno spazio chimico in uno spazio cerebrale". Si tratta, ha aggiunto, di capire in che modo il mondo fisico viene rappresentato nel cervello.
- IL CERVELLO CHE INVECCHIA: il gruppo di Linda Buck ha cominciato a percorrere un nuovo filone di ricerca, teso a individuare i meccanismi che determinano l'invecchiamento del cervello e che determinano il buono o cattivo funzionamento di funzioni complesse come coscienza, memoria e capacita cognitiva. "C'e' una grande eccitazione ha osservato Axel sulla possibilita' di utilizzare la biologia molecolare per studiare la mente". Il sogno dei prossimi anni diventa quindi studiare il legame fra geni, capacita' cognitive e percezione.
- ODORI ED EVOLUZIONE: L'olfatto ha sicuramente giocato un ruolo chiave nell'evoluzione, come testimonia l'alta percentuale di geni dedicati a questa funzione (in un genoma di 25.000 geni, per esempio, il 5% di essi e' dedicato all'olfatto). Alcuni di questi geni, poi, sono assolutamente sconosciuti perla rapidita' con cui si evolvono al variare dell'ambiente esterno, tanto che Axel li ha definiti "geni marziani". Una "stranezza evolutiva" che gli esperti si preparano a studiare.

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