lunedì 29 marzo 2010

ALCUNI PINOT NERO DI BORGOGNA


Sono giunto alla conclusione che il Pinot Noir sia assimilabile alle droghe: se bevi quello di Borgogna ne diventi dipendente. L'altra sera ho avuto la prova.
E questa dipendenza ha portato me, insieme ad altre venticinque persone, a compiere un atto di pedofilia: i vini erano troppo giovani!

Comunque, vi assicuro che i giudizi riportati più oltre sono del tutto asettici; ho un po' faticato, forse sono stato troppo severo, ma ne valeva la pena.

Domaine George Chicotot, Bourgoge Pinot Noir 2007, Nuit-St.-Georges: ad un colore brillante, non molto intenso e con unghia pallida, corrispondono profumi tenui e vinosi; è fruttato, delicato, speziato con netti sentori vegetali; in bocca appare caldo, non molto corposo, dai tannini soavi e per nulla invadenti; i piccoli frutti di bosco ed un poco di ciliegia mista a prugna sono accompagnati da una buona acidità; il cavo orale rimane setoso. Un vino beverino e molto gradevole. Voto:  83/100

Domaune Jean-Marc Millot, Savigny Les Beaune Aoc 2007, Nuit-St.-George: intenso e brillante, possiede tracce nero-violacee con unghia purpurea; le spezie e le sensazioni balsamiche fanno da contorno alla frutta molto matura ed alla sottile presenza di fumo; è soave, ricco ed elegante; mediamente persistente, sorprende per l'equilibrata freschezza; pur essendo giovanissimo, offre tutte le caratteristiche del pinot noir, oltre a denunciare l'uso equilibrato ed intelliegente della barrique; beverino ed equilibrato, ha spiccati ricordi di menta e di cioccolato fondente. Voto:  86/100

Domaine Louis Boillot & Fils, Pommard 2005 Aoc, Chambolle-Musigny: il colore tipico del pinot noir quando ha qualche anno sulle spalle, con quel rosso rubino intenso che sfuma nell'affascinante unghia granata; si colgono leggere sensazioni di legno, che fanno da cornice al balsamico, al vegetale ed al fruttato delle ciliege e frutti di sottobosco; è vinoso, minerale e caldo, con promettente inizio di terziarizzazione; alcolico alla beva, è minerale e di medio corpo, con ottima persistenza; i tannini, eleganti ed abbastanza setosi, si sposano ad una buona sapidità; è un vino un poco disarmonico, ma notevole: sta cercando la propria strada, che imboccherà definitivamente tra qualche anno: Voto:  86/100

Domaine Drouhin-Laroze, Gevrey-Chambertin 1er Cru Clos Prieur 2006: l'unghia granata presenta alcuni accenni aranciati; il panorama olfattivo è assai interessante e complesso; elegante, sottile, ammiccante, fruttato con prevalenza della prugna matura; le spezie sono fini e quasi tropicali, seguite da note di maggiorana e di mentuccia; sorprende la sensazione di agrumato, delicata ed insinuante; l'inizio di terziarizzazione suggerisce profumi di cuoio, idrocarburo, tabacco; entra in bocca e la riempie; è suntuoso, elegante, equilibrato, rotondo; i tannini sono elegantissimi e con piacere persistenti; ricorda la frutta ben matura macerata nell'alcol; è speziato e piccante, con corpo notevole e lunga persistenza; lascia la bocca vellutata, con gradevole ed inaspettata freschezza; nonostante la complessità, risulta beverino, grazie anche alla discreta sapidità. Voto:  91/100

Domaine gros Frere et Soeur, Clos de Vougeot "Musigni" Grand Cru Aoc 2005, Vosne-Romanée: il colore presenta larghe tracce mattonate, tipiche di questa tipologia di vino; completamente terziarizzato pur essendo così giovane; è speziato con presenza violenta di pepe e curcuma; la nota alcolica si presenta un poco fastidiosa per l'aggressività; al primo assaggio sorprende assai per il sentore di agrumi sotto spirito; poi, insieme ad una discreta sapidità, si riconosce la liquirizia, il tabacco, il cacao, il legno dolciastro; le gengive sono toccate da tannini eleganti e di media persistenza, che lasciano le mucose setose e vellutate; lungo e complesso, possiede un'acidità che, oltre ad essere gradevole, fa sperare molto bene nella futura evoluzione di questo vino. Voto:  88/100

L'elemento ricorrente dei vini assaggiati è la nota di agrumato e la freschezza, anche quando sono iniziati i processi di terziarizzazione; è stata la conferma, ammesso che se ne sentisse la mancanza o la necessità, delle doti superiori del Pinot Noir della Bourgogne e della maestria affinata nei secoli dai vignaiuoli.
Il Pinot Noir non smette mai di sorprendere ed affascinare, anche quando è come un bimbo in fasce.

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