venerdì 28 maggio 2010

CHAMPAGNE DA RECORD


M'è giunta solo oggi una notizia che mi ha lasciato allibito e sconcertato, per diversi motivi.

Un certo Leon Verres - qui si può accedere al suo sito - ha messo in commercio lo "Champagne più caro del mondo" e della storia, aggiungo io.

Si tratta di una partita di sei bottiglie formato Salmanazar, 9 litri, inguainate in pelliccia nera tempestata da diamanti e chiuse con un tappo a foggia di "Shapka", vale a dire colbacco russo di pelo con paraorecchie.
Ogni bottiglia costa la modica cifra di 2,750 milioni di dollari, al cambio attuale circa 2,068 milioni di euro.
Il nome scelto è appropriato: Le Billionaire Champagne
Cinque bottiglie sono già state assegnate a persone rigorosamente mantenute nell'anonimato, anche se è facile immaginare a quale genìa appartengano; la sesta farà il giro del mondo secondo il programma "World Domination Tour 2009-2010" e sarà oggetto di un'asta finale, il ricavato della quale sarà devoluto in beneficienza.

Contemporaneamente, saranno messe in vendita delle bottiglie da 750 ml con le stesse caratteristiche di "eleganza" al prezzo di solo 2,750 dollari, per accontentare le numerose richieste.

Leon Verres assicura che ci siano voluti tre anni per mettere a punto questo Champagne e si dichiara orgoglioso dell'operazione.

Alle considerazioni che, mi auguro, chi legge possa formulare, mi permetto d'aggiungere le mie, non dettate da falsi moralismi e sentimenti qualunquistici.

Trovo sorprendente, oltre che istruttivo, che in questi tempi bui da basso impero ci sia qualcuno che abbia il coraggio, o l'incoscienza, di proporre siffatta operazione.
Non mi stupisce, invece, che esistano acquirenti.
Si direbbe che i confini del buon gusto, in tutti i sensi, si stiano sempre più allontanando.

Non è dato sapere come e da chi sia stato creato questo Champagne, così come è altrettanto ovvio che la qualità del vino sarà di certo non all'altezza del costo. Gli sforzi continui che facciamo per far capire che, prima di tutto, lo Champagne sia un vino - e come tale vada inteso e giudicato - sono vanificati da iniziative del genere, che ancora una volta non aiutano il modo del vino.
Indignarsi è sufficiente? S'ottiene qualcosa? Forse no, ma non si può sempre tacere ed accettare supini certe offese al senso comune.


Visitare il sito di Leon Verres può essere illuminante o rattristante, secondo la propria sensibilità; mi chiedo se il sottile filo di fumo che si snoda nella pagina principale sia voluto o si tratti di un autogoal: l'effimero è impalpabile e svanisce nel nulla come il fumo, che può anche lasciare ricordi sgradevoli.

Qui e qui è possibile leggere altre testimonianze, tra le tante.

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