martedì 17 febbraio 2009

STORIE DI TAPPI - 3

Ci eravamo già occupati delle cosiddette chiusure alternative, realizzate in materiali diversi dal sughero (qui e qui).
Ci hanno segnalato un articolo, che con piacere riporto perché amplia il dibattito e fornisce interessanti spunti di riflessione.

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Lisa Shara Hall, sul sito wine business.com, riporta i risultati di una degustazione avvenuta in California a Yountville, in occasione dell'annuale Master of Wine Sseminar: lo stesso vino, un Sauvignon Blanc 2004 prodotto nello stato di Washington, imbottigliato con sistemi differenti, è stato fatto degustare ai partecipanti, che sono stati invitati ad esprimere pareri sulle caratteristiche organolettiche, cercare d'individuare le tipologie di tappi impiegate, indicare quello più gradito.
Il primo mostrava evidenti segni di ossidazione e molti ritennero che fosse stato chiuso con tappo sintetico, che era vero.
Il secondo presentava leggera ossidazione ed una certa evoluzione, che ha fatto pensare alla chiusura con sughero: si trattava invece di un tappo sintetico sperimentale con buona flessibilità.
Il terzo bicchiere era ricco di note di freschezza ed aromaticità, riempito con un vino chiuso con tappo a vite con guarnizione in espanso.
Il quarto vino era un poco ridotto e magro di corpo, dal finale più corto; era stato chiuso con tappo a vite con guarnizione in alluminio.
Il vino più apprezzato è stato il terzo.
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Non resta che prendere atto di quell'esperimento e considerare che la ricerca continua, nella speranza che si possa trovare un giusto compromesso che salvaguardi il valore intrinseco del vino.
Ne riparleremo.

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